Vorrei conoscere il modo
di portarmi fuori dai templi e dai tempi
remoti
vorrei cancellare ogni traccia di foglia
o voce
se mi vedeste
ho inciampato in un filo di ferro
a guglie tese o aria…
incandescenti ad ogni svolta
del dedalo di carta.
come riccio che ha smesso di difendersi
espongo il punto giusto per l’affondo:
se non si accenna a un varco
che si trafigga il mio pensiero
o si zittisca il mondo.
lo lasceremo, ineluttabilmente, cara Narda; ma avremo vissuto, nel male e nel bene, con ogni fibra del nostro essere, con ogni impulso del cuore, a mente aperta,
grazie
cri
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Il mondo non zittisce , cara Cri, avremo un addio come ultimo saluto, peregrineremo altrove, saremo pacificati ? In questa poesia sei definitoria , ma resti e il tuo pensiero spacca e lucida il vero.
Narda
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Applausi Cristina. Quanto dolore e rassegnazione e quanta amara poesia. Bravissima, voli alto. Piero
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Piero
quando si è inermi si è facile vittima di predatori.
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… sento questi versi in modo particolare.
Grazie
Cettina
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