Orologi di sfere in dicerie di ruggine
numeri color feltro
in calce voci di chicchere spaiate
giare cucite a fil di ferro
di verghiana memoria
ci si sposta nel tanfo delle cose
la spilla in filigrana del pavone
ha perso gli occhi
la teiera cinese chiccoriso
sul fornellino a spirito riposa
mi sento antica in versi, sarà mica
che il tempo ha patinato la mia voce?
È vero è sera
crepuscolo direi (se non fosse parola
assai usurata)
però mi dico, accade la giornata
e non si può chiamarla in altro modo
perciò se a notte mi ritrovo è notte
word suggerisce: tarda serata, buio
tenebre oscurità, perfino cecità
ma cosa importa
mi sveglio e scrivo la chincaglieria
delle mie insonnie.
Nei sogni attraverso quasi sempre luoghi. A volte sono orribili, altre splendidi e non vorrei tornare. Il ogni caso sono luoghi da attraversare e li sento come l’estensione di tutti gli altri mondi che potremmo abitare in un continuum diversamente da questo luogo in cui le parole si sono tragicamente imputridite e nascondono le falsità e le chincaglierie di questo mondo in cui ci troviamo ingabbiati come in serre di coltivazioni.
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chincaglieria virtuale… a mente aperta e gratis 😀🤗💖
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L’ha ripubblicato su miglieruoloe ha commentato:
Ho trascurato fin troppo la sorgente di parole e musica nota come Cristina Bove. Metto tra parentesi i miei acciacchi, una strappo ai numerosi impegni e dò a Cristina quel che è di Cristina. A me la pace di un lavoro fatto per il bene. Fiat Lux.
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grazie!
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La chincaglieria delle mie insonnie! Fantastico!
Ciao, Car
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crì ❤
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