Le dita spoglie

Osservo una sagoma
non ci sono contorni
-dove comincia mai
dove finisce?-
bisognerebbe avere spago
e spillo -a puntarlo nel centro-
tracciarle l’infinito intorno
e non svegliarla

tacerle
-ma a chi?-
in questa casa dove non esiste
che un fagotto di ciance
in una diceria da bric-à-brac

l’amica altrove
canta la ninnananna a bianche forme
– erano sue carezze nelle mani –
compresse in due ossicini
di metacarpo
eppure in essi c’è un amore immenso e
acuto
un dolore di cielo

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About cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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