Metafisica dell’abbaglio

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I pilastri dell’universo

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Senza ispirazione

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Newtoniana

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Può essere la musica…

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Elaboratori

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La chiocciola e Fibonacci

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008

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Favola lapalissiana

C’era una volta uno strano paese
di soli presidenti e governanti
imperatori, porporati e re
una fiumana d’ori e di medaglie
che tributava onori alle coccarde
ciascuno la sua ruota di pavone
l’uno specchio dell’altro ad incensarsi

percorrevano a piedi in pompa magna
strade sconnesse invase dal letame
in cerca di un garage o di una stalla
ma senza benzinai, senza stallieri
mancavano automobili e cavalli

era una folla di decisionisti
emanavano leggi a tutto spiano
imposizioni e tasse per i sudditi
dimentichi che fossero finiti
i medici, i maestri, i minatori
gli allevatori, i fabbri, i macellai
i giudici, i giurati, i cancellieri
i contadini, i cuochi, i camerieri
i farmacisti, i panettieri, i sarti
gli addetti ad ogni impresa e costruzione
finiti anche poeti e pensatori

e fu così che troni e dicasteri
occuparono tutto il bel paese
ma senza chi fornisse il necessario
governatori e capi d’ogni sorta
in una terra rinnegata e incolta
morirono di fama

 

immagine : Ambrogio Lorenzetti  
particolare da “Allegoria del cattivo governo”
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Compagni di viaggio

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Calma enzimatica

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Le voci

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Quando

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‘Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie’

 
 
Invecchiando si avverte più che mai la provvisorietà dell’esistenza.
Oltre le quotidiane riflessioni sulle difficoltà causate dagli acciacchi fisici, sulle emozioni suscitate dagli eventi, gioiosi o tragici, che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria, ci sono le considerazioni sui necessari e ineludibili distacchi.
A ottant’anni si è provati dall’abbandono di persone che ci erano care e che ci hanno lasciato per divari esistenziali e per mille altre ragioni.
A volte mi sento una superstite di terra approdata in una piazza che si va sfollando degli astanti: figli, parenti, amici, tutti giustamente impegnati a condurre la propria vita e a seguire la propria strada.
Provo un profondo, accorato smarrimento alla morte dei miei coetanei, come se fosse ingiustificato il mio essere ancora viva. Ma ho smesso di farmi domande su esiti finali, sopravvivenze, campi elisi e simili altre fantasticherie.
Trovo conforto nella scienza, che, tuttavia, se da una parte placa l’intelletto, dall’altra lascia campo aperto all’incompletezza delle acquisizioni.
La storia evolutiva dell’umanità è determinata dall’incessante ricerca e dalle relative scoperte che fino ad oggi costituiscono il patrimonio genetico e culturale di noi esseri viventi e pensanti, il continuum evolutivo da cui deriva anche l’approfondimento della logica che prospetta razionalmente ulteriori apprendimenti.
La comprensione mia personale, pur nella sua limitatezza, mi pone in una sorta di stallo: può sembrare un paradosso, eppure in questa dicotomia sto come sospesa, in balia dell’alternanza tra l’io meditativo e l’io facente.

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Quiddità

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Questo pensiero ritenuto mio

è il risultato del pensiero umano
_da secoli di prove, segno e suono_
dal primo gesto indicatore
all’enciclopedia treccani

questo pensiero che mi fa chi sono
è un insoluto di potenza
l’esplicitarsi della volontà
soggetta al caso e alla necessità

si manifesta in ogni forma e mente
è un’onda che dall’era delle origini
ci ha trasportati e ci trasporta tutti
un’onda che s’ingrossa da millenni
_ nessuno sa da quale mare arrivi
e a quale mare approderà_

questo pensiero che ci fa chi siamo
a volte chiaro, a volte terra nera
a volte cielo
è una goccia di spuma della scia
i nostri nomi
scritti acqua nell’acqua

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Salix babylonica

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Nomination

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Del tacere

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Un acufene segnatempo

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