Un’armonica a bocca di lucerne
nel solfeggiare sillabe d’imbarco
e cantilene
poi tracimare in fiotti
mente corsara
a saccheggiare lumi
lasciavo le mie calze sulla riva
per indossare sandali di carta
camminavo sull’onda
sorretta da uno sciame di cicale
ero sola a sospendere velieri
come trapunte al sole
un fumo che pareva l’orizzonte
era soltanto
un orlo di cimosa
e fiocchi e rande di cotone amaro
da piantagioni di dolori
farsi vascelli in mare










