Si accorreva da contrade di tufi
case costruite di voci
una cintura appesa al chiodo
come a segnare ore sul muro
e i corvi han fatto il nido
nella metà della mia testa
chiuso le porte su segrete stanze
contate le mie ossa.
Ho comprato un sonaglio ed un cilindro
un sibilo di serpe
e dei confetti bianchi
vedrò di farne uno strumento
da suonare nel giorno della festa
e poi c’è quella lingua tesa
nel chiedere di me
se piangessi per caso o per disfatta
o se potessi reggere al suo peso
no
che
la quercia giace di traverso
sotto la luna nuova
nel rigagnolo.
Non si ricaveranno dal suo legno
sculture a tutto tondo
han già le seghe pronte: una catasta
di ciocchi per l’inverno
riscalderà la gente del paese.
E solo quando la vedranno arsa
la manderanno assolta.










