L’insetto sibilava alla finestra
schiusi per non aver rimorsi d’innocenza
se mi guadava
fiume
da fianco a fianco
non balbettava che il respiro
il guizzo d’un ramarro
nella chioma dell’albero
un bacio nell’odierno getsemani
il volo si fa tondo
anche il ronzio s’adatta a periferiche
ne smussa la presenza
così mi plagia il suono
e si trasforma
in mormorio di ciottoli sul greto
ma prima scrive altrove
leggende insugherite
narra
guatemalteco il giro dei disordini
non è parola l’essere
ma corda tesa e rombo e fuoco e lama
non dormiremo più sonni di pace











“un bacio nell’odierno getsemani”
…!
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carina, Marzia, questa scena da te evocata!
confidenze tra amici, in fondo anche questo è tentativo di chi fa poesia.
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Qua mi piace evidenziare questo passaggio..
“così mi plagia il suono
e si trasforma
in mormorio di ciottoli sul greto”
Ha un sapore di umido e di sussurro, come di confidenze rese tra amici sotto un ombrello.
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