Oggi pensare
è come avere un fromboliere
tra una tempia e l’altra
i nomi accesi sulla lingua
ardere d’intoppi
ho punteggiato l’anima e la nebbia
di minuscoli scogli
che ci vorrebbe un litotritore
almeno a sforacchiarli
per far posto alle stelle
ai bambini innevati
che balbettano inviti al caramello
e
mai cresciuti
additano il lampione sottocasa
chiamandolo cometa
porto crani rasati, occhi smarriti
oggi che di pensieri
se ne fanno ghirlande sugli abeti
e le dimenticanze
hanno spruzzi di calce sulle vene
di quei bambini veri
che stanno con le mani annuvolate
a scorrere rosari
per una buona morte.











La sorte Fatale d’ogni nato.
Ti abbraccio, Cristina mia, ti voglio un bene sempre maggiore.
❤
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esattamente, cara Paola.
anche se da lontano, l’affetto è ricambiato
❤
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Gianluca, anche frattalico, allora!
geometrie musicali e non
a rompere l’inquietudine, o, chissà…
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Devo dare una mia interpretazione a questa tua poesia. Sento una vena di pessimismo verso il mondo intero e l’unico modo per difendersi è creare una sorta di muro Floydiano. Spero di non aver detto castronerie.
Auguri per un sereno Natale.
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