Entrate e uscite
Si vive intorno all’attimo
e le giornate sembrano rifugi
per non morire già nelle parole
ciascuno il suo minuscolo segreto
eternità compressa in poche sillabe
perché sempre
è comunque un’esistenza breve
pure quei segni sopraffanno a volte
divaricano braccia in modo tale
che sembra a noi di contenere il mondo
si sopravanza e si cancella
una remota identità
gesti che ci predissero il mattino
tazze di caffelatte
sbrigatevi ch’è tardi per la scuola
i ragazzi curiosi d’imparare
a vivere di niente.
Dove vanno le forme delle cose
i corpi uscenti?
Resta di loro un filo di pensiero?
A dire che sarà ciò ch’è già stato
congiungersi nel punto
dell’alito che nasce mentre muore.











Poesia bella e ricca nella forma e nei contenuti, da leggere e rileggere per rifletterci sopra, mentre ci sforziamo di capire la nostra breve esistenza.
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grazie di essere passato, Guido, e di aver lasciato il tuo pensiero, profondo.
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grazie, Gianluca.
mi hai anche incuriosita, farò in modo di leggerlo.
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Questa è un’opera che mi fa riflettere molto. La morte come veicolo di vita, almeno cosi l’ho intesa, mi ricorda un romanzo di J.Picoult molto bello e che tratta di questo argomento. Bella e piaciuta.
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