Calcoli di calcestruzzo
per innalzare muri
scritti nel libro mastro
di finestre o di varchi
fare gioco di lumi
nasciamo prigionieri
delle case
facendoci bastare
l’inconsistente vivere di pane
però nella via lattea
possiamo sconfinare e dire tanto
se di stelle quel dio
volesse intercettare
un io da monosillabo irrisolto
vegliamo sui cancelli
condannati nel braccio della notte
alla sprovvista giunti
quando non eravamo mai partiti.











ciao, Margherita, hai notato i versi a me più cari, grazie.
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“vegliamo sui cancelli
condannati nel braccio della notte”
sì è così, come in questi bellissimi versi, poi forse guardiamo la via lattea “possiamo sconfinare e dire tanto” (altro bellissimo punto)
(e forse l’io è un dio irrisolto)
una bella poesia cosmica e umana allo stesso tempo.
di esistenza vera
Ciao Cristina!
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