L’avevo accantonata quella
donna di gioie minuscole
che ancora può restarsene al paese
nella cortina d’alberi e di figli
stracarichi di frutti
il poggio in lontananza dal terrazzo
e il castagneto
un altro giro
la giostra ha sonagliere di ricordi
si parla di politica tra gli olmi
ma le ruote dentate delle fabbriche
solo chi le conosce ne può dire
devo scegliere il viso da indossare
sul giorno ch’è bastante
a scegliere nel mazzo delle cose
estati_che
ne vengono a raggiera
quattro le più importanti
a bussarmi che ancora si respiri
aria di tiravanti senza peso
ma con la marmellata di susine
o le talee di rose
non si fanno palazzi né governi
al massimo si può vestirsi in bocca
di parole nostrane
mentre si legge e già ci sfugge il nome
mentre si scrive e ammutolisce il coro
Tregua e basta
Si sta










