i mangiatori di salep
ebbero giorni d’acqua
velari aggiunti dalle nubi basse
a proteggere il sonno dei conigli
da sciacalli e leoni
tra_versi a masticare
radici d’orchidea sull’Ararat
le donne ebbero lenze da calare
ai pesci stupefatti sopra il monte
tutto era mare e senza alcuna ombra
attesero il ritorno della terra
per abbigliarsi ancora a fiori gialli
misero sogni in cassaforte e mali
da non saperne i nomi
lordure fino al sommo dei pinnacoli
le vie della discesa o dell’ascesa
fisse in un muto spazio
ardirono approdare in porti ostili
racchiudere nel cerchio ogni esistenza
eludere le fiere dei gironi
affamate d’inferni e paradisi
i relitti e le impronte degli dei
sulle rotte acherontiche di sangue
affioravano in grembo alla pangea
persefoni in gramaglie
aspettavano il sole.












È una magia, parole che portano sapore del mito e significati sommersi che invadono di favola vera. Bella bella!!
Ciao Cristina,
Doris.
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è un vero piacere vederti, Doris!
ti abbraccio.
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Mi sorprendi sempre !
Ma sdrammatizziamo…………
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è quello che facciamo scrivendo… 🙂
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Splendida visione, splendidamente resa.
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grazie, Aitan!
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“una realtà senza dolore e lutto per i nostri figli “scrivi qui nella risposta a Mimma ,sarebbe bello, io continuo a insegnare loro a sperare ed avere fiducia, la colomba se non arriva devono provare a farla uscire dai loro cuori, nell’arca in cui vivono, in piedi, in ginocchio o seduti.
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non so, falco, non ho questa convinzione che sia possibile, non credo che si possa far volare colombe quando è notte buia…
non è a me che penso, ma alla gran parte di umanità che è alla deriva nel dolore e che mai saprà di arche e paradisi.
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Bellissima immagine magistralmente coordinata alla poesia: le donne aspettano di abbigliarsi ancora in fiori gialli, è l’eterna attesa femminile in questa tempesta dove l’arca è una zattera scomoda che regge male la furia delle onde o dolore. Eppure, quanto sole o speranza di sole c’è in quei fiori gialli anche soltanto sognati con coscienza di illusione.Persefoni in gramaglie aspettavano il sole: è il nostro destino, forse la nostra forza.
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cara Mimma, le gramaglie verranno abbandonate per vesti fiorite di girasoli?…
chissà!
noi donne lo vorremmo, un mondo senza più guerre, oscurità, violenze, noi che la vita la diamo e tutte, credo, vorremmo dare agli esseri nati da noi una realtà senza dolore e lutto, e invece…
grazie per aver gradito l’immagine.
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Questo è un regalo per te:
per tutte le volte che con leggerezza esprimi pensieri pesanti!
Ciao
car
(PS: non si riesce più a mettere il link che da solo si apra, bisogna fare il copia e incolla o c’è un altro modo che non conosco?)
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“Sai come mi sento fortunata ad averti conosciuta?”
Ecco, anch’io, di aver conosciuto te.
Cinque anni, carissima, da quel sito azzurro che ci avvicinò.
Io che ho la memoria di un setaccio, ricordo perfettamente le prime mail e le prime telefonate.
Adesso posso dirtelo, sei stata la prima mente poetica ad accostarsi alla mia, ne ero sorpresa, stupita, sono certa che lo ricordi anche tu.
si poteva finalmente comunicare l’ineffabile… nei limiti dell’umano, s’intende.
da lì poi ne sono arrivate altre di menti che mi hanno affascinata e con le quali è un piacere immenso condividere tutto, poesia, colori, musica…
Ma tu hai un posto speciale nel mio cuore.
sono grata alla vita che tu esista.
grazie di tutto e della musica. il link funziona perfettamente.
un abbraccio grande
cri
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Certo che pensare ai posti a sedere sull’arca è semplicemente geniale.
Ora ho riletto con la necessaria attenzione la poesia e devo sottolineare quello che ti fa essere “Grande Poeta”: è quell’insieme di profondità delle idee che esponi, modo leggero, quasi ironico, a volte, con cui lo fai (in questo caso no, è un modo serio perché non si disperda l’efficacia!) e ancora, l’accostamento di termini in modo tutto tuo e solo tuo e che nessun altro saprebbe ripetere neanche se si impegnasse con tutte le forze possibili e immaginabili, e l’arricchimento con riferimenti a miti e ancora con metafore tra le più impensabili per un comune mortale… come me, per esempio…!
Che c’è altro?
C’è che non si può fare a meno di passare a salutarti ogni mattina, sapendo di trovare non solo un gioiellino ogni volta, ma anche tanta accoglienza che è quella che viene dalla tua anima nobile.
Sai come mi sento fortunata ad averti conosciuta? Credo che questa sia una delle più belle cose che mi siano capitate in questi ultimi anni.
Grazie di esistere – anche per me -!
Ciao, ti abbraccio
Carmen
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mi ha incantata leggerti Cristina,perché l’arca è un simbolo di alleanza e speranza, un traghetto tra il dolore e l’unione vera, quella che trascende ogni conflittualità, ogni interesse… come ogni artista sei una visionaria e questo si vede nelle tue opere che sanno toccare e mescolare insieme varie dimensioni e realtà,
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Mirella, interessante la tua versione dell’arca.
qui ne ho dato una mia molto disincantata, soprattutto per le donne.
grazie di aver fatto accenno alle mie opere visive, tu che dipingi divinamente.
ciao.
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Quanto vorrei essere già sull’arca, perché da qualche parte approda e il sole torna prima o poi; ma qui deve ancora arrivare qualcosa, e spero che non sia il diluvio.
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nel diluvio ci siamo già…
senza arca.
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Un rovesciamento spazio temporale molto illuminante… come sempre qui
Grazie Cristina
Roiberto
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fiori gialli e sole…
grazie a te, Roberto.
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una genesi apocrifa
eruttata dal magma della tua mai sopita creatività
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so’ nata sotto ‘o Vesuvio, è ‘a verità.
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Insomma,via di salvezza,di perdizione o metafora per un’altra sponda?
…E intanto il silenzio in silenzio meditava la grandezza dell’uomo fatta poesia.Mirka
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nel silenzio si può ascoltare il suono dello spirito.
anche se una voce (la tua), può trasportare in zone d’altro esistere.
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L’arca, in ogni caso, approda. Come ogni vita. L’andare delle donne è eterno riprodursi di movimento: danza della vita. Onda d’amore
Versi bellissimi, Cri. Non c’è limite al tuo creare bellezza
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The, molto bella la tua visione, un’altra donna consapevole del divenire, del continuo mutare, vita dopo vita…
grazie di tanta stima.
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i MITI HANNO ISPIRATO TANTI POETI MA QUI C’E’ UN ANDIRIVIENI TEMPORALE CHE STRUGGE. IL DRAMMA NON è SOLO DELLA DONNA, L’ARCA FA ACQUA PER TUTTI. e LE DONNE CONTINUERANNO A PIANGERE E A RENDERE “FIGLI” GLI UOMINI PERDUTI.
POVERA EVA, POVERE CARIATIDI A REGGERE IL TEMPIO.., CHE PRECIPITA, VOSTRO MALGRADO PRECIPITA.
NARDA
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cara Narda, dici bene, il dramma è di tutti, la terra stessa è un’arca nell’oceano galattico.
e noi, mitizzate o sfruttate, continuiamo ad essere portatrici di misteri e… frutta .
ciao, grazie.
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Proprio in questo momento una mia amica ha scritto su fb chiedendo se qualcuno ha un’arca da prestargli perchè dallle mie parti sta piovendo a dirotto… Che coincidenza…
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questa non la consiglio: fa acqua da tutte le parti 😉
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Intergalattica Signora, sempre eccellente in queste sue perigrinazioni spazio-temporali, mai banali, anzi magistrali.
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grazie per l’ntergalattica.
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E’ vero, “la tua fantasia è incontenibile”…ma direi di più: è inesauribile, con nostro sommo piacere.
L’arca aveva solo posti in piedi, ma certo è che le persefoni in gramaglie aspettavano da molto prima di vedere il sole!
Chissà che un altro diluvio universale non faccia inabissare l’arca e possa raccogliere (posti in piedi) quelle pupazze in processione, così imbarazzanti per gli dei… 🙂
E che dire se contaminassimo il mito di Persefone con quello di Eva? Laggiù la prima mangiò i semi di melograno che l’obbligarono a rimanere per sempre nel mondo degli inferi; lassù la seconda mangiò la mela proibita che la costrinsero a scendere sulla terra: risultato finale, ebbero entrambe una vita…d’inferno!
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cara Elis, io lascio che i miei pensieri gironzolino nella mente, poi d’improvviso cominciano ad assestarsi nei versi che poi scrivo.
mi piace molto il parallelo tra Proserpina e Eva… a ben pensarci, a noi donne la frutta porta proprio sfiga… il pomo della discordia, i pomi delle Esperidi…
😀
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Rovesciate tutte le coordinate spaziotemporali – significati-sensorial-emotive – fantastiche-mitologiche surreal-metafisiche… e altre ancora che neppure so più identificare!
La tua fantasia è incontenibile
Ripasserò con più tempo a rileggere
buona settimana
car
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sai, Car, nemmeno io stessa so più quello che c’è nella mia testa!…
pensa che mentre scrivo mi dico: e questo da dove arriva?
te ne ho parlato, sai bene come accade.
buona settimana anche a te
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