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a mani spente
i mari blu dismessi e senza fari
le file sulla strada
qualcuno ha verniciato
t’amo e non t’amo_________ ma
finito è il muro
fantasma nel sentore di cannella
un soffio di bambù
fa ponte alla distanza
ammicca tra gli articoli di fondo
sa pronunciarmi il poco tempo
a vista
nel verdelume fisso
dormiveglia
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Tutti i colori e i piani della tua profonda e misteriosa opera d’arte. Buonanotte, Cris cara!
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profonda e misteriosa… sai bene quanto, carissima Giacinta! Grazie 🙂
buona giornata
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che strano, questa poesia mi mette sotto gli occhi l’opera dei writers notturni che esprimono la loro creatività tramite interventi a “mani spente” con uso di bombolette spray quasi sempre al buio lontani dalla vista di tutti, ma c’è sempre qualcuno che da lontano osserva e approva le loro performance che a volte sono delle vere e proprie opere d’arte.
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che strano davvero, Fausto!…
non ci avevo pensato.
dovrò riflettere.
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A dire bella è poco questa poesia,
complimenti ed un caro saluto da pulvigiu.
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Il mio blog.
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grazie, ricambio il saluto.
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Ascolto nella parte finale una cadenza che, inizialmente, era come “annichilita” ( e scompariva) dalla armonia stessa e dalle scelte lessicali..
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qualcuno ha verniciato
t’amo e non t’amo_________ ma
finito è il muro
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grazie, Marzia.
i versi che hai riportato sono la misura dell’esserci- non esserci.
Lo spaesamento, a volte…
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Ciristina, sai che non sono capace di analizzare verso per verso una poesia. E’ un mio limite. Avverto in questa stupenda poesia una fase quasi onirica alla quale subentra una presa di cocienza non troppo ….rosea. Comunque, Cri, fatti forza, non credo proprio tu sia arrivata ai titoli di coda—anzi!!!!!!!
Un grosso bacio
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onirica è la parola giusta.
a farsi forza ci proviamo tutti, noi che perfino nell’oscurità viaggiamo sulla luce fantasma di una remota stella.
non sono titoli di coda, Ross, non ancora.
per adesso mi dedico agli articoli di fondo.
bacio
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Chissà perché la tua allusione alla cannella, pur non essendo il punto centrale della poesia, me la fa sentire vitale come se qualcuno, che abita lì accanto, avesse fatto un dolce e l’odore si sprigioni. In quest’acutezza golosa, la poesia adagia un proprio dolore intenso, che ha il colore blu nero del mare senza luci e il suo sapore di sale. Quindi la poesia tocca i sensi, ma si pone impetuosamente dinanzi all’anima, a mio avviso, per il primo verso: “A mani spente”, nel quale subito irrompe un senso di inutilità. C’è dentro il sogno e l’incubo degli altri: “Qualcuno ha verniciato t’amo e non t’amo” e nel dormiveglia (verdelume: un colore quasi fosforescente, di fantasma) un soffio di bambù riconduce la poetessa, che sta leggendo (gli articoli di fondo) al pensiero che il tempo terreno rimasto è ormai così poco da essere nulla e “ammicca”, quel soffio da nulla anch’esso, con tanta spietatezza quanta leggerezza.
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perché, Mimma, tu hai questa meravigliosa capacità di entrare nell’anima di chi scrive.
nella cannella hai “sentito” qualcosa di più del semplice aroma, ed è vero, e come l’hai definita bene quella ” acutezza golosa” che poggia sul c(d)olore intenso del blunotte.
a chi legge, o a chi scrive, articoli di fondo, resta la luce fioca di una lampada.
ma il dormiveglia, a volte, riserva lucide sorprese.
grazie di questo bellissimo commento!
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una poesia meravigliosamente blu in bilico fra l’azzurro e il nero, filo conduttore verso il sogno
baci
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tessuto tra cielo e terra, come la notte…
🙂
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