S’erano aggiunti alla commedia
portavano parentesi e puntini
civettuoli
vedete – interpellavano con gli occhi –
possiamo sottacere le parole
quelle scritte
non quelle pronunciate
che restano avvinghiate ad architravi
a stelle spente a mondi a camere d’inverno
corvi e affini
puntavano asterischi sulle linee mediane
nel punto in cui si fermano le giostre
e scendono ippogrifi
senza nemmeno un ricciolo di ali
né parrucche da santi
sembravano concludere le frasi
a volte s’appagavano di poco
un sentimento breve
poco più d’una virgola a puntata.
Sotto capriate e glicini
abbandonati come carte uccise
da troppi freghi e troppe correzioni
ricordi asserragliati alla corteccia
– adesso non si può tornare indietro –
ultima zona da disattivare
l’area di Broca
Profetiche, sapienti e innocenti: queste ultime poesie che si occupano del mondo alla sua ultima stazione, acquistano lucidità e trasparenza. Narda
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grazie, Narda, la lucidità a volte mi sorprende, e anche essere profetica, come tu dici, senza che io me ne renda ben conto mentre scrivo… e poi avviene…
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Bella! malinconica …quindi intensa! tutti coloro che hanno commentato,lo hanno fatto con grande sensibilita’-formate una comunita’ “poetica”
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vero, i commenti sono di una sensibiità intensa e immensa.
siamo comunità poetica, come tu dici…
grazie
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Oh, Cri, la tua poesia molto bella mi lascia triste, sgomenta, spaventata.
Co_gitanti… compagni di viaggio pensanti…
Solo questo riesco a dire questa notte mentre ascolto questa interpretazione eccezionale di questa musica stupenda.
Ci saranno persone ancora con l’area di Broca in pieno ritmo. Anche queste note al clavicembalo me lo dicono.
E, poi, le tue poesie…
Mi devo rasserenare così.
Un abbraccio
gb
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esattamente, gb, compagni di viaggio e di pensiero.
e secondo me è la sola realtà cui poterci aggrappare per non impazzire.
purtroppo se ne incontrano anche di falsi, di meschini, di borseggiatori… di quelli che giudicano con mentalità provinciale… ecc…
e hanno la memoria sempre a sfavore degli altri.
ma per fortuna c’è la poesia, e la musica, che ci salva da costoro e ci avvicina alle menti aperte, agli spiriti liberi, alla gentilezza che accomuna nel viaggio.
ciao
un abbraccio e buona giornata
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L’ha ribloggato su daisuzoku.
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grazie mille, Raul!
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ma daiiii ! 😀
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se non fosse per il verso finale che ‘smaga’ tutto, i versi sono fiabeschi e surreali (o sono troppo inebetita dalle mie pastiglie?) e decisamente belli
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grazie, Blumy,
io non ho bisogno di pastiglie per essere inebetita… e perfino scrivo!… 🙂
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Incanta, come un giardino pieno di frutti magici e succosi, curiosi e mutaforma, un paradiso per quello che c’è in noi di un’Alice senza più meraviglie… bellabella!
Ciao, Doris
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bella l’immagine di Alice “smeravigliata”…
la bambina che ha smesso di stupirsi forse perché il mistero che l’aspetta non è umanamente ipotizzabile.
grazie
ciao 🙂
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“Co-gitanti”: compagni di viaggio o… semplicemente pensanti?
Viaggiando continuamente si lascia sempre qualcosa… tanti ricordi abbandonati sotto le capriate coperte di glicine, lasciati lì come carte uccise da troppe cancellature e correzioni, ricordi che avrebbero dovuto riempire il tempo ma… hanno reso il tempo buco da riempire!
Sopraffatti dal desiderio di essere altrove… di essere altro… di essere altro altrove…di potersi spegnere premendo semplicemente un pulsante… disattivarsi!
Ma non siamo robot, siamo “cogitanti”, alcuni più civettuoli che si ornano di parentesi e puntini, altri un po’ “iettatori” puntano asterischi e si fanno accompagnare da ippogrifi senza ali e pochi altri, dagli sguardi controvento, forse un po’ fuori tempo, che a tutte le risposte hanno sempre una domanda che gli avanza e proprio per dare risposta a quella domanda non possono disattivare l’area di Broca!
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compagni di viaggio, anche pensanti.
i ricordi, crivellati di freghi e segni d’interpunzione, restano là dove si svolse la vita… l’oggi si affolla di punti e variazioni inaspettate.
chi continua a cavalcare ippogrifi o unicorni, e non si lascia distogliere dalle figure incartapecorite delle convenzioni, forse riuscirà anche, come dici tu, a tenere in allenamento le meningi e a non soccombere alla minacciosa afasia sempre in agguato.
grazie, carissima, i tuoi commenti conferiscono ai miei testi una significanza in più, anche a me stessa.
grazie!
:-)*
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bene! 🙂
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🙂
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Non so cosa porti una persona a scrivere, difficilmente ne ho voglia, quindi non conosco il bisogno. Ho però un’altra esigenza, quella di leggere. Mi è cara dunque l’area di Broca, soprattutto la tua, Cris!!
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bentornata, Giacinta!
nemmeno io so cosa porti a scrivere, sicuramente è una conseguenza del leggere.
e quindi, prima ch’io diventi afasica, cercherò di registrare tutti i suoni della mia mente, in ogni possibile linguaggio.
la mia area di B ringrazia.!
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Scritta bene, bella come tutte le tue e tristissima, mi lascia una desolazione assoluta interiore. Vedrai che presto ci spegneranno l’area di Broca residua e avremo pace.
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Mimma, intanto è bene testimoniare i tempi, puntualizzare le ragioni che ancora ci spingono a scrivere.
Forse non possiamo perché il linguaggio è quanto ci resta di un percorso accidentato, dove non sempre la voce riesce a farsi sentire.
la pace, chissà se ne avremo mai…
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