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un movimento d’occhi
un tranello della sua stessa voce
all’angolo del sogno reso innocuo
la casa scivolata dagli specchi
come uno scialle dalle spalle
si può abitare di necessità
soltanto l’aria
i suoni adunchi pronunciano dinieghi
ma lei non è capace di morire
e nemmeno sparire allora il dente
affilato negli abiti amicali la cesura
con lame di sarcasmo
ne scinde le metà non somiglianti
il secchio ne raccoglie schizzi d’ombra
nessuna luna in fondo a mille pozzi
solo barattoli di donna
dalle etichette sorridenti
anche se dilavate mille
fottutissime facce da espiantare.
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la musica aiuta anche chi non ha tua poesia con cui superare tutto.
grazie, Cri.
un abbraccio.
gb
sono stata già ampiamente ringraziata!
un sorriso
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“mille
fottutissime facce da espiantare.”
ho sentito, come non mai, questa tua poesia così forte, rabbiosa anche.
la tua fortuna grande è avere la tua poesia, Cri.
la poesia ti copre, ti fa superare tutto… in poesia.
un abbraccio, cara.
gb
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è vero quanto dici, gb, la poesia mi fa superare tutto.
è la mia vera terapia di sopravvivenza.
grazie, un caro abbraccio
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amo questa poesia! per la sua forza, la sua intensità, la sua, sì,lasciamelo dire, scorrettezza e trasgressività. Bella bella bella!
baci
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trasgressività, sì.
scorrettezza, no!
siamo adulti, siamo umani, siamo…
baci anche a te
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Cara Marzia, l’eufemismo che hai sostituito a quanto ho lasciato trapelare (mica tanto) nei miei versi, è generico e si riferisce a tutta una serie di persone che apparentemente ti sorridono e alle spalle ti pugnalano.
Credimi, vorrei davvero poterle cancellare con un clic.
ciao e grazie della tua presenza
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Cara Cristina, odora di fresca delusione ( uso un eufemismo) questa tua, ma potrebbe essere solo che nella creatività si sia impastato un ricordo..
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Cristina, quanto c’è da imparare e quanto, con la tua scrittura, e con la tua percezione dolorosamente acuta, sai insegnare! Magari sapere come si fa a “consegnarsi vivi alla poesia”: a volte si è schiacciati inutilmente dalla propria legittima collera o anche dalle proprie ingenuità. Mi fa bene leggere e riflettere su ciò che leggo.Grazie.
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Cara Luciana, non so come si fa a consegnarsi vivi alla poesia, però so come può accogliere e salvare.
la collera, che mi viene spontaneo definire in maniera, diciamo così, più popolare, è un bene esprimerla, altrimenti resta insabbiata nei terreni morenici della coscienza.
Grazie a te, di leggere e apprezzare quanto scrivo.
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Ci sento dentro la delusione che si stratifica su altre delusioni proprio come la tua immagine, dove comunque predomina l’azzurro: sempre più in giù il dolore che la vita ci dà lascia intravedere l’osso: “Si può abitare di necessità soltanto l’aria”.
Però la carne che contiene il nostro pensiero non è aerea, ecco il dilemma. In fondo al pozzo della notte mille barattoli di una donna a pezzi, che tuttavia sorride anche se sbiadita dall’acqua e dagli anni. Non c’è luce di luna nella tua poesia di oggi, ma c’è comunque la poesia.
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Anche la zuppa Campbell sorride nei barattoli.
più che essere a pezzi sono moltiplicata.
ma quelle facce che vorrei far sparire non sono le mie, come non sono mie le braccia che potrebbero consolare
sono i preconcetti a cristallizzarci corpo e anima.
la ribellione allora è anche regalare fiori
o consegnarsi vivi alla poesia.
notte
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molto intense e sentita, mi soffermo in particolare su quel
“la casa scivolata dagli specchi
come uno scialle dalle spalle”
quasi come a voler alleggeriri
di necessità oltre l’aria
si possono abitare anche le parole…
A volte vorrei rifugiarmi con tutto quello che ho dentro in un paio di parole. Ma non esistono ancora parole che mi vogliano ospitare. È proprio così. Io sto cercando un tetto che mi ripari ma dovrò costruirmi una casa, pietra su pietra. E così ognuno crea una casa, un rifugio per sé. E io mi cerco sempre un paio di parole”
Etty hillesum
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“E sii pure triste, semplicemente e sinceramente triste, ma non costruirci sopra dei drammi. Una persona dev’essere semplice anche nella sua tristezza, altrimenti la sua è soltanto isteria.”.
e troveremo casa anche nelle parole.
io senza loro mi sento nuda e ho freddo .
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ci riprovo 🙂
la frase sulla tristezza di etty è una delle mie preferite
sulle parole…la penso come te, impossibile farne a meno, nelle parole ti ci puoi accoccolare, trovare conforto e tant, tanto altro
un abbraccio
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Arrabbiatissima, eh?
Ma i versi ti riuscirebbero sempre spettacolari, anche se non lo volessi
BBcar
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Car, ieri dicevo a me stessa, mentre scrivevo questi versi, che devo ringraziare la vita per avermi dato la poesia come valvola di sfogo…
buona notte *
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