Come faccio a consistere di questo
che mi risulta ignoto, assente
come un’allucinazione
una sferza di luce in un sorriso
– dicono sia il mio viso – mi risulta
difficoltoso crederci.
di Me di Noi di Voi
pensiamo tutti
d’essere molto più che carne ed ossa
eppure il nostro tempo ci frammenta
senza lasciare traccia
è come un dimenarsi di fantasmi
da un gesto all’altro nell’incompletezza
matematicamente in_coerenti
solo di tanto in tanto consapevoli
visibili per attimi
Conosciamo gli spazi oltre i confini
dei piccoli sentieri d’apparenza
ci sfioriamo nell’anima
e ci leggiamo ad ogni apparizione
poeti dell’eterno oltre la vita
NOI
nell’essenza univoca immortale
siamo fatti d’immenso
“NOI
nell’essenza univoca immortale
siamo fatti d’immenso”
Noi apparteniamo all’immenso, insondabile mistero dell’universo.
Ed io mi sento sola, Cri.
E mi sento costretta.
Ti abbraccio con affetto sempre rinnovato
gb
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cara gb, se potessi e sapessi come alleviare la tua solitudine, lo farei con affetto
un abbraccio
cri
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Lo fai con la tua Poesia che io leggo sempre anche se non lascio commenti.
Grazie, Cri!
Con affetto vero
gb
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L’eterno oltre la vita è proprio della “grande” arte: che sia poesia, musica, letteratura, pittura, ecc…
Tu, mia carissima Cristina, un posto nell’eternità l’hai di già prenotato e assicurato.
Proprio stamattina, prima di vedere questa tua bellissima, ho ascoltato Mozart (messo poi su fb, troppo bello!) e pensavo al suo essere sempre presente, anche dopo secoli, attraverso la sua musica.
Ecco, un artista, quando è vero artista, quando sa esprimere l’immenso, è perché nella sua essenza univoca immortale è fatto d’immenso.
Tu (tu, Cristina!) sei questo…!!!
Ciao, buondì
Car
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Car_issima, fa parte dell’inconoscibile anche la grandezza di un Mozart o di un Bach…
Mi auguro che ci sia un rapporto tra il finito e l’infinito che riguardi l’essere umano come tramite tra le due realtà.
Chissà che l’arte non sia il peggiore degli oscuramenti… a volte lo penso, quasi fosse una ingenuità della mente umana, funzionale per non farci subito soccombere al pensiero della finitezza.
Se posso gioire di queste tue bellissime parole, e ne gioisco, tuttavia non conoscerò mai lo scopo di questa esistenza.
Ti ringrazio e ti abbraccio forte
cri
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Mi disorienta che il tuo sentire sia così simile al mio. Questa è una poesia di fede. La fede nell’uomo è cosa divina, come la poesia. Non sopportiamo il sentimento della fine perché abbiamo fede in una vita non caduca, completa, molto al di sopra di ogni illusione. Ed è una fede libera dalle targhette, magari un po’ confusa, diciamo annebbiata dalla sconoscenza, che ha il pregio del coraggio e della libertà.
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Tu la chiami fede nel divino, cara Mimma, io la vivo come appartenenza all’immenso mistero dell’universo.
Non so nemmeno perché scrivo, perché respiro, perché di tutto. Eppure sono convinta che la consapevolezza di esserci è un dato funzionale a una realtà insondabile, nella quale avrà una sua logica anche la nostra sparizione.
e non mi sento libera. no.
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