inerpicarsi su sé stessi
(la ripidezza uno sconcerto) stare
come le capre ai sassi
o il naufragare _file di bandiere_
vele di garza agli alberi maestri
sussulti di preghiere al maestrale
tra sommità ed abissi
scendere scale al braccio d’una mosca
scrivere uccelli neri e temporali
e tutto il resto che non è restante
ma tutto il contenente _in senso lato_
e dato il poco che possiamo amare
una corsa di poveri nei sacchi
un arrembaggio di relitti
scalare un palo di cuccagna _o
lasciarsi sprofondare
cristina bove 
Sul nostro stare inquieto, sempre pericolante ma anche abile. per la capra è un successo stare in piedi su una pietra e la ricca mercanzia di un palo di cuccagna che tenta e che sono, a tentativi, in tanti a raggiungere, resta un respiro più ampio, quasi di sollievo vinte le miserie, mostrata la virtù. Mostrata a chi? E perchè? Ottimo dunque il titolo: è un assunto appunto, qualcosa fra un desiderio e un dato.
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proprio così, Narda, dimostrare a chi? e perché?…
eppure tutti si tenta di scalare il palo, in qualche modo per raggiungere un coronamento a un’idea, a un progetto, all’essere sé stessi, forse.
e scriviamo poesie, dal sommo all’imo, usiamo le parole come gesso nelle mani per non scivolare…
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Oh, Cri!
Questa è proprio tua, tua, tua.:-)
E quel
“…stare
come le capre ai sassi” Sei incredibile!
Splendida poesia!
Immagini così vive.
Nei tuoi versi i miei sensi vengono solleticati tutti, il mio vissuto ritorna…
Io mi apro con la tua Poesia, Cri.
E, chissà quanto tu comunichi alla mia parte inconscia!
Viaggio con la tua Poesia.
Ed oltre Debussy che io amo molto, trovo ben altra musica qui, da te, la tua musica personalissima.
Mi immergo nel tuo dipinto.
Grazie.
Ti abbraccio, cara Cri.
gb
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gb, il tuo entusiasmo è travolgente!
l’amato Debussy avrebbe ancora da colorare delle sue note impressionistiche il mondo… forse lo amo anch’io perché lo sento vicino nel suo mescolare folk e sofisticato e renderlo compiuto, chissà…
sono felice di comunicare alla tua anima.
un abbraccio e buona giornata, cara
cri
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Nessuna soggezione per l’infinito montaliano , come è giusto che sia . Al contrario lo sfiorarsi di un comune destino sempre uguale dopo tanta vita .
leopoldo attolico –
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benvenuto, Leopoldo, e grazie di aver colto i riferimenti che una parte della mia mente, un po’ sorniona, mi ha suggerito…
dopo tanta vita, sì.
ciao
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sorry!
era Oddio! con due D!
ciao, cri…bellissimi versi…a parte il brano! Atmosfera magica!
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oddio!, grazie, Lucia.
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odio! Debussy!
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Il mio “assunto” è che il palo della cuccagna, pure se difficile da scalare, è più desiderabile!!!
Bella “bovesia”! (rubato il neologismo…!!!)
bb.car
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Car_issima, credo tu abbia ragione, in fin dei conti quel palo ci fa cadere tante volte, ma ne raggiungeremo tutti il vertice…
meglio scrivere bovesie che boverie…no?
bbb cri
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Un’altra inconfondibile “Bovesia”… unica e impareggiabile.
Quando si legge una bovesia, contemporaneamente si contempla un quadro, si ascolta una sinfonia, si esplora l’nconscio, si fa un sogno, si diventa parte dell’universo…
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carissima Maria,
questa mi mancava… bovesia!
ma il resto… il resto me lo copio e me lo stampo, così mi sento meno insignificante, meno insufficiente.
Grazie!!!
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“scalare un palo di cuccagna _o
lasciarsi sprofondare”
sempre difficile trovare un equilibrio
Complimenti Cristina
buona giornata
.marta
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ormai buona serata, cara Marta,
ma ancora in tempo per ringraziarti dell’apprezzamento e della tua presenza.
cri
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tutta la poesia è stupenda (come sempre, del resto), ma questo passaggio è da urlo :):
stare
come le capre ai sassi
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spero di averti trasmesso tutta la scena!
mi sono divertita anche a pensarla.
grazie 🙂
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la suggestione non si traduce in una scena specifica, ma in un fluttuare di immagini diverse.
c’è una parentela molto stretta fra il modo in cui usi le parole in poesia e il modo di trattare le immagini 🙂
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grazie ancora
🙂
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