Avete bisogno di voi stessi
non di me _disse il maestro_
e della libertà da ogni catena
attenti sempre alle mistificazioni
la critica vi assista
e v’impedisca di cadere in trappola
_a cominciare dagli assolutismi_
siate la vostra religione umana
sapendovi divini
esiste solo una sacralità: l’essere vivi
guardate il mondo e chi vi siede accanto
come sono realmente
rifiutate romantiche illusioni
prigioni fideistiche
e tutto ciò che ha reso
le masse rassegnate e ammaestrabili
svilite dal lavoro e da ozi insani
ignave e ignare d’essere pastura
ai poteri insaziabili
rifuggite da facili astrazioni
siate chi nasce e chi vi partorisce
amatevi davvero
non ci siete che voi a essere voi
e serve solo crescere sinceri
non pappagalli ammaestrati ad arte
fruitori di centri commerciali
passivi spettatori
frequentate la scuola che abbia un cuore
e che v’insegni a detestare
la parola di chi vi vuole proni
che vi conduca nuovamente a voi
nella bellezza e nel silenzio audace
l’univoca visione
che travalichi il corpo e che vi mostri
di cosa siete fatti veramente: quanti
particelle coese
santuari di luce
Hai assunto un tono didattico e didascalico: docente di noi, ignari discenti. Immagino a chi sia indirizzata la tua laica preghiera: tutti noi abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi la nostra miseria e le tentazioni e la nostra nascosta grandezza. Mi ricorda una poesia di kipling indirizzata al figlio: molto diversamente strutturata ma dello stesso impatto didascalico..
Li considero auguri per l’anno che verrà.
Narda
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In quel “noi discenti” sono compresa anch’io, cara Narda, perché ho trascritto le parole del mio Maestro Zen, le ho soltanto trasposte in poesia.
Mentre Lui ci insegnava il valore di noi stessi, io apprendevo.
Io che fino a quei giorni non avevo ben chiaro il concetto di chi fossi e che cosa cercassi.
Devo a Lui e alla sua capacità di considerarsi soltanto un tramite tra noi che ascoltavamo e la comune sorgente della Conoscenza, e se qualcosa ho imparato, è che ciascuno è maestro di se stesso.
Tra noi. tuttavia, possiamo aiutarci a ricordare ciò che realmente siamo.
Sì, facciamoci gli auguri con le sue parole: “sarò certo di essere stato un buon maestro quando non avrete più bisogno di me.”
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