Siamo i pazienti viaggiatori
adusi ai mutamenti
nello spazio la forma ha nicchie d’ombra
il sonno e il sogno sono le stazioni
_l’anima si riposa e poi riparte_
oggi ho una testa-nuvola
non so
di questi cieli bassi sulla terra
né della storia che racconta pietre
dove s’inconchigliarono le impronte
la gloria è un fuoco fatuo
di leggendari eroi, vittorie pirriche
devastazioni ordite dai regnanti
_mummie bendate d’oro
l’oro caro ad Anubi ed altri numi
fossilizzati a morte nei sarcofaghi_
città ricostruite dai perdenti
ipnotizzati a bordo di panchine
in sosta nei musei
lieti e gabbati
beneficiari di pozioni d’arte
obbligatorio l’abito da viaggio
fino a destinazione
ma giungeremo nudi alla dogana
forse sperando in qualche souvenir
di spiegazione