I giardini della memoria
hanno camminamenti di sassi e croci
rifioriscono in coro
o muoiono in silenzio
assisto
da panchine deserte
all’inversione non concessa
solo postfazioni di minuti
all’inquieto vivere
e guardo
tracce d’arancio e oro
mi pettino di mille capogiri
a braccia alzate
trattini in successione
ridisegno una voce sulle labbra
hanno palpebre fisse le finestre
cortili ciechi
eppure
un soffio di malinconia da flauto
mi accarezza la fronte.











Mille anni e poi mille
Non possono bastare…
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Bella poesia, mi ha fatto pensare “Au jardin du luxembourg”
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