Se fossimo allusioni di serpente
nell’eden delle mele marce
avremmo già pagato il nostro debito
sradicando cicoria
l’albero aveva il tronco brulicante
di larve di sarcofaghe
e gli angeli
non erano nemmeno in calendario
insieme di corpuscoli
una fabbrica a ciclo ininterrotto
di cellule di feci e di pensieri
per contrapposizione ai numinosi
il tempo a vivisezionare
i nostri agglomerati metabolici
non eravamo che suggerimenti
e già ci trovavamo alle fattezze
pronte per smaltimento
noi cibo della terra
ingannati dall’essere felici
____soltanto pochi attimi____
e condannati
a innalzare castelli e cattedrali
disseminare umori, amori, pianti
farci passare per determinanti
benché a determinarsi è sempre lei.
Siamo velluto alla sua veste eterna
il suo alimento
e forse respiriamo per farla respirare.












Mimma ci smarriamo, e non sappiamo mai cosa ritroveremo…
Frantzisca, e metti conto che hai ragione tu?
o Essa, la Terra, a farci esistere per il proprio tornaconto?
ecco perché, mia cara, ce ne dobbiamo andare!
e lasciarle le nostre scorie, brutte e sporche, così ben le sta.
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menomale che ci sei tu mia cara amica, a raddrizzare il mio pensiero terra-terra e a farmi sognare di essere qualcosa in più di una pulce parassita, dopotutto l’interscambio è preferibile, anche più giusto se vogliamo…e poi che importa, se c’è una parte di noi che sopravvive non è certamente quella carnale
incantata, come sempre, dalla tua genialità
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In realtà sappiamo così poco da essere niente. C’è da smarrirsi, come succede a te in questa bella poesia.
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Uno spirito baudelairiano corre tra questi versi, tra spleen e disincanto…tra certezza della fine e incognita della nuova rinascita.
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Elis, noi “tra”…
grazie dell’accostamento al Grande.
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Amaro capovolgimento: non è la terra a essere desolata, ma l’uomo. Testo forte e filosofico.
Ciao
franca
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chissà…
prati di fili d’uomini
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“non eravamo che suggerimenti”
che forza dirompente!
trascinano le tue parole e mi faccio trascinare con gioia!
chicca
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grazie, Chicca.
lasciamoci andare alla corrente…
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“…il moscerino
appiccicato al vetro. Sono la Parca che decide
i suoi ultimi istanti, suo malgrado
il suo dio, anche suo agguato.
Lo tsunami di un microbo
basta un colpo di tosse.
Un elemento che sia acqua o fuoco
o divino delirio
una scossa del mondo
siam forse molto più che moscerini? Chi
lo può dire? Chi lo può affermare?
più importante di un uomo
forse
il clostridium botulinum.”
(da “Grandezze” nella raccolta “Attraversamenti verticali”)
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[…] il verme è il nostro solo imperatore:
noi uomini mettiamo ad ingrassare
tutte l’altre creature della terra
per ingrassarci, e noi ingrassiamo i vermi.
Un grasso re ed un magro mendicante
non sono che due piatti,
due portate d’un unico banchetto.
Finisce tutto là.
[…]
Un uomo può pescare con un verme
che s’è mangiato un re, e mangiare il pesce
che ha mangiato quel verme.
(Amleto, Atto IV, Scena I)
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E forse quei suggerimenti non sono stati nemmeno raccolti in altre realtà: forse sono stati una prova, un esperimento, che prima o poi si dovrà esaurire e procede ancora, in maniera inerziale, finché questo nostro spicchio della realtà totale non avrà concluso il suo ciclo.
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Guido, forse la difficoltà che abbiamo a concepirci multidimensionali è il vero limite della nostra esistenza.
siamo un’organizzazione di particelle, crediamo di essere solidi e siamo invece fatti di vuoto
crediamo di percorrere tempi e invece è il tempo a percorrerci.
noi siamo, anche se non sappiamo quanto, quanti.
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pensare inverso, pensare tridimensionale, come gli alberi e gli uccelli…
!!!
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the
pensare tridimensionale: immaginare a tutto tondo…
ciao!
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Scusa, Cristina, è venuto un pasticcio, l’avevo allineato, ma è tutto una confusione, ora; ti ho appena inviato un’email con il commento “ordinato”.
BBntt
car
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andava bene lo stesso, Carmen.
qui purtroppo il formato dei commenti non può essere personalizzato, ma forse sono io che non so quali opzioni attivare.
comunque risalta benissimo quanto hai scritto su specifiche dei versi.
grazie, entusiastiCARMENte 🙂
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una fabbrica a ciclo ininterrotto (di cui non comprendiamo il senso…
non eravamo che suggerimenti (questa immagine è efficacissima…
ingannati dall’essere felici (e qui il senso appare chiaro: è tutto un
____soltanto pochi attimi____ (inganno a cui fingiamo di credere e così
e condannati (stiamo al gioco, innalzando castelli ecc..
a innalzare castelli e cattedrali (per poteri dire: ok, ci sono, esisto!
disseminare umori, amori, pianti (benché….
farci passare per determinanti (Però, senza di noi non ci sarebbe
benché a determinarsi è sempre lei. (neppure la fabbrica… così impara!)
Certo che la tua fantasia non conosce limiti, che bello!
Ciao
Entusiasti.carmen.te
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leggo e rileggo
e non so dove fermarmi
tante sono le immagini immaginifiche
tante le emozioni ed i sobbalzi del cuore…
Bello, davvero bello qui…
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sono felice di emozionarti, è quanto accade a me mentre scrivo.
grazie
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Ecco, vedi…è come penso io:
solo chi sa emozionarsi profondamente…poi…emoziona
Buom mattino…e anche buon tutto il resto
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e forse respiriamo per farla respirare
si,ma c’è il polline che si respira e nutre e…per fortuna,dico io.
Profonda poesia che molto bene esprime la presunzione del finito, immortali simulacri per qualche divinità caduta.
Ma TU NON MORIRAI anche quando che, ogni tuo creare è opera del Dio.
Un bacio,Mirka
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Mirka, e che ne sappiamo noi, di quale polline si nutre il pianeta?…
forse del nostro.
scherzo. la verità è che sappiamo ben poco di tutto quanto è intorno a noi.
e forse siamo davvero immortali.
un bacio a te.
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