masquerade

fessure d’occhi
lacrime di pierrot biacca di luna

coriandoli di grandine

sotto i ponti si passa a miglior vita

nulla si sa di musica da camera

o di saloni d’ambra degli zar

troppe le cose

che non sapranno mai

tra panchine e cartoni

godot giunse di notte

non lo aspettava più nessuno

 

un carnevale gelido

 tra campanili e fori

alla periferia di corpi arresi

incandida la piazza

 

c’è una fiumana d’angeli ubriaconi

in tenuta da sballo

 che tentano d’uccidere la noia

del monotono impiego

 

ma giustamente consigliati a

cambiare lavoro

organizzano gite intorno al palo

per festeggiare il tempo libero

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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17 risposte a masquerade

  1. rossella ha detto:

    Confermo quanto già detto. Aggiungo un bacio

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  2. pieramariachessa ha detto:

    Dietro al carnevale c’è sempre una certa tristezza, anche oltre la maschera, dentro i tuoi versi c’è la denuncia dell’ingiustizia, che la neve, per quanto abbondante, non può coprire.
    Ciao, Cri, grazie.
    Piera

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  3. cheneps ha detto:

    Palo come totem del conformismo? La sento come una forte denuncia sociale senza speranza.

    …C’è una fiumana di angeli ubriaconi
    in tenuta da sballo
    che tentano d’ uccidere la noia
    del monotono impiego…

    versi che s’imprimono.

    franca

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  4. cristina bove ha detto:

    Siamo così lontani da una vera civiltà, che tutto quello che è distorto ci lascia indifferenti, o al massimo ci strappa qualche lacrima.
    Poi continuiamo a vivere nelle nostre case-chiocciola e a coltivare i nostri orticelli, sbrigativamente immemori di tutto.
    E la nostra impotenza è anche la nostra condanna.
    Ci facciamo coraggio, a parole, ben sapendo che non sarà la nostra volontà ad avere la meglio.

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  5. domenica luise ha detto:

    Una poesia tragica e bellissima, profondamente vera. Ogni miseria e dolore degli innocenti mi fanno male, ma perché sono così dura a versare una lacrima? Eppure davanti ai telegiornali, a quel bimbo di sette mesi morto di freddo e ad ognuno che soffre mentre altri si travestono e festeggiano la loro finta ed ingiusta gioia, io davanti a questo dovrei disciogliermi in ginocchio, invece resto secca, ad occhi asciutti e cuore spezzato, impotente, corrispondendo ad ognuna delle tue parole. Ce ne sono tanti nei cartoni qui intorno oppure nelle baracche e tanti altri nascondono dentro di sè questo dolore universale al quale è condannata la nostra gioia naturale alla quale tendiamo assetati. Ed è una sarabanda intorno a quel palo, sul quale un altro innocente si divincolò, come noi ad esempio terribile e necessario. E i disoccupati festeggiano il tempo libero, l’altro ieri un amico parlava di impiccarsi, ho potuto solo dire il mio misero “coraggio”, che è suonato stonato a me per prima.

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  6. cristina bove ha detto:

    Sì, Narda, a ciglio asciutto
    ché non serve piangere, né recriminare
    dovrebbe bastare il “vedere”
    nemmeno il semplice guardare.
    grazie di essere presente.
    cri

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  7. I bei versi armonici non edulcorano il ritratto drammatico di una scena tragica, con Godot che arriva in ritardo e le danze invitanti sul palo.
    Si può dire la “miseria”, a ciglio asciutto per renderla più concreta.
    Narda

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  8. massimobotturi ha detto:

    tanta delicatezza per un mondo così sporco

    un abbraccio Cristina

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  9. annitapoz ha detto:

    Hai una scrittura poetica che incanta, veramente notevole. Questa poesia è un piccolo capolavoro. Con ammirazione! Annita

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  10. Bianca 2007 ha detto:

    RIposto il commento di prima e continuerò a farlo perchè voglio farti sapere che ci sono anche se con un piccolo segno.
    Dicevo nel prima è difficile lasciare un commento DEGNO di si tanta PREZIOSITA’mentre si ascolta il “minuetto” diBoccherini e una voce chiama forando la parete di casa.E allora BRAVISSIIISSIMA, un bacio e…sempre un EVVIVA con la neve,con la pioggia,col sole che ride di tutti gli affanni.
    Ciao NAMASTE,Mirka

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  11. Cristina cara, questa poesia è di una bellezza abbagliante sia per forma, sia per contenuto, e sto facendo violenza su me stessa per non essere me stessa. Parlo delle mie eccessive dimostrazioni d’entusiasmo. Sappi comunque che, poiché è la prima poesia che leggo oggi, si è aperto per me un nuovo giorno nel migliore dei modi.

    Buona giornata, un bacio

    P.S. Spero non me ne vorrai. Ho cancellato la mia poesia di ieri, quindi è andato perso anche il tuo commento. La poesia faceva schifo, ne ho scritta un’altra direttamente sul blog, quello che mi veniva in mente. Ti ringrazio di essere corsa subito a commentarmi

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  12. Anna Maria ha detto:

    Accatastano la tara
    del rituale autodafé.

    Tampona il piglio ordalico
    muto fiotto rigettato.

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