fessure d’occhi
lacrime di pierrot biacca di luna
coriandoli di grandine
sotto i ponti si passa a miglior vita
nulla si sa di musica da camera
o di saloni d’ambra degli zar
troppe le cose
che non sapranno mai
tra panchine e cartoni
godot giunse di notte
non lo aspettava più nessuno
un carnevale gelido
tra campanili e fori
alla periferia di corpi arresi
incandida la piazza
c’è una fiumana d’angeli ubriaconi
in tenuta da sballo
che tentano d’uccidere la noia
del monotono impiego
ma giustamente consigliati a
cambiare lavoro
organizzano gite intorno al palo
per festeggiare il tempo libero
Confermo quanto già detto. Aggiungo un bacio
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Dietro al carnevale c’è sempre una certa tristezza, anche oltre la maschera, dentro i tuoi versi c’è la denuncia dell’ingiustizia, che la neve, per quanto abbondante, non può coprire.
Ciao, Cri, grazie.
Piera
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Palo come totem del conformismo? La sento come una forte denuncia sociale senza speranza.
…C’è una fiumana di angeli ubriaconi
in tenuta da sballo
che tentano d’ uccidere la noia
del monotono impiego…
versi che s’imprimono.
franca
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Siamo così lontani da una vera civiltà, che tutto quello che è distorto ci lascia indifferenti, o al massimo ci strappa qualche lacrima.
Poi continuiamo a vivere nelle nostre case-chiocciola e a coltivare i nostri orticelli, sbrigativamente immemori di tutto.
E la nostra impotenza è anche la nostra condanna.
Ci facciamo coraggio, a parole, ben sapendo che non sarà la nostra volontà ad avere la meglio.
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Una poesia tragica e bellissima, profondamente vera. Ogni miseria e dolore degli innocenti mi fanno male, ma perché sono così dura a versare una lacrima? Eppure davanti ai telegiornali, a quel bimbo di sette mesi morto di freddo e ad ognuno che soffre mentre altri si travestono e festeggiano la loro finta ed ingiusta gioia, io davanti a questo dovrei disciogliermi in ginocchio, invece resto secca, ad occhi asciutti e cuore spezzato, impotente, corrispondendo ad ognuna delle tue parole. Ce ne sono tanti nei cartoni qui intorno oppure nelle baracche e tanti altri nascondono dentro di sè questo dolore universale al quale è condannata la nostra gioia naturale alla quale tendiamo assetati. Ed è una sarabanda intorno a quel palo, sul quale un altro innocente si divincolò, come noi ad esempio terribile e necessario. E i disoccupati festeggiano il tempo libero, l’altro ieri un amico parlava di impiccarsi, ho potuto solo dire il mio misero “coraggio”, che è suonato stonato a me per prima.
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Sì, Narda, a ciglio asciutto
ché non serve piangere, né recriminare
dovrebbe bastare il “vedere”
nemmeno il semplice guardare.
grazie di essere presente.
cri
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I bei versi armonici non edulcorano il ritratto drammatico di una scena tragica, con Godot che arriva in ritardo e le danze invitanti sul palo.
Si può dire la “miseria”, a ciglio asciutto per renderla più concreta.
Narda
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tanta delicatezza per un mondo così sporco
un abbraccio Cristina
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anche la neve è sporca…
abbraccio ricambiato.
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Hai una scrittura poetica che incanta, veramente notevole. Questa poesia è un piccolo capolavoro. Con ammirazione! Annita
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beh, non vale così tanto…
ma se per te conta, allora grazie!
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RIposto il commento di prima e continuerò a farlo perchè voglio farti sapere che ci sono anche se con un piccolo segno.
Dicevo nel prima è difficile lasciare un commento DEGNO di si tanta PREZIOSITA’mentre si ascolta il “minuetto” diBoccherini e una voce chiama forando la parete di casa.E allora BRAVISSIIISSIMA, un bacio e…sempre un EVVIVA con la neve,con la pioggia,col sole che ride di tutti gli affanni.
Ciao NAMASTE,Mirka
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grazie, Mirka, di essere presente.
la musica ci sposta in altre dimensioni, e lì troviamo un po’ di pace.
Namastè
buona domenica
cri
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Cristina cara, questa poesia è di una bellezza abbagliante sia per forma, sia per contenuto, e sto facendo violenza su me stessa per non essere me stessa. Parlo delle mie eccessive dimostrazioni d’entusiasmo. Sappi comunque che, poiché è la prima poesia che leggo oggi, si è aperto per me un nuovo giorno nel migliore dei modi.
Buona giornata, un bacio
P.S. Spero non me ne vorrai. Ho cancellato la mia poesia di ieri, quindi è andato perso anche il tuo commento. La poesia faceva schifo, ne ho scritta un’altra direttamente sul blog, quello che mi veniva in mente. Ti ringrazio di essere corsa subito a commentarmi
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sono versi scaturiti dall’indignazione, belli per caso.
chissà perché i nostri testi non ci soddisfano mai abbastanza…
buona domenica, cara
un bacio
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Accatastano la tara
del rituale autodafé.
Tampona il piglio ordalico
muto fiotto rigettato.
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purtroppo il malaffare
ha invaso l mondo
non bastano denunce a riparare
tutto il sistema immondo.
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