by Cristina Bove
prende nel centro delle costole
sferra l’attacco un’alleanza con
piume d’oca selvatica il volo
è salto di squilibri tattici
gocciolare di sole e la colomba grigia
picchiettare la neve
una che pensa d’essere una
che intanto guarda una
che si distoglie una
che madre una
che gesto una
che nero
presidiate da qualche forma astratta
proiettate nei pixel
mutuate da files
vasistas a ghigliottina
lingue saette
ora che si è strappata
una di me che si diluvia dentro
altre che non la sanno confortare.
cristina bove 
Le tante te, cri, ma proprio tante!!!! Le tante noi che s’intersecano con le tue. Alchimia in versi. Stupendi, naturalmente. Non saper consolare se stessi è una delle più immani tagedie, ma tant’è….Un abbraccio
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ti abbracciamo tutte.
buona giornata, cara Ross.
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Mimma
Non solo le mie tante ma anche le tante di ciascuna…
Dici bene, il conforto che non riusciamo a darci mai completamente, è anche il limite del nostro condividere.
Guido
Grazie.
The
Altre frammentazioni, verbali, gestuali, interattive…
Non siamo che una complessità in buona parte ignota a noi stesse.
Baci a te!
Massimo
L’uno e l’altro, e anche un pizzico di rassegnazione all’impossibilità di comunicare davvero.
Carmen
Tutte le mie Cristina salutano, abbracciano e ringraziano tutte le tue Carmen.
Un mondo di bene.
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Le mille Cristine di cui una diluvia dentro e le altre 999 stanno a guardare! Ahimé, ma non è grave!
Il fatto è che che quell’UNA tiene testa alle 999, e lo fa anche attraverso la poesia. Cristina, sei grande e “forte”, da sola più che 999 curiosette!!!
Non arrenderti MAI…
TVB
Car
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un atto d’accusa rivolta a se stesse?
o forse la necessità, l’inelutabilità, di mettersi sempre e comunque in discussione
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l’assenza di possibilità di conforto riporta a terra con un tonfo: eccola, la realtà.
Non c’è pace.
Accettare, dicono.
assecondare, stando morbide sulle articolazioni, muscoli sciolti, respiro regolare… diossanto, i saggi… i saggi, i maestri di sci e… se avessero ragione? Sciare si scia. Saggiare, boh…
Baci!
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Pregevole… non c’è altro da aggiungere
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Per me i due versi finali in corsivo, e quindi in evidenza rispetto al resto dello sgorgo poetico, sono determinanti: ci sei dentro tu, che ti “diluvi dentro” e noi, che non sappiamo confortarti non perché non vorremmo, ma perché il conforto è al di fuori della disgregazione e dei frammenti nei quali ti senti scomposta, e sono quasi tutti dolorosi e numerosi, incontrollabili, si spezzano ed è come se ognuno ti ricomponesse in un altro aspetto dell’anima. Tante Cristine madri, passionali, stupefatte, dolorose e poetesse e molte altre, la cui lingua è la penna e la tastiera.
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