A dirne di cose rotonde

sfogliate come verze a dirne mare
flettere il busto un soffio in là
finché si può
malgrado il movimento
glifi ardesia le mani
e non c’è santo
che faccia pulizia della mia casa
una passata di malinconia sui muri
ragnatele comprese
la piantana di ferro
il guardaroba che non chiude bene
li lasciamo
e la mia testa
con tutti i frulli inutili di versi
così che potrei andare
ovunque conducessero giornate
senza rischio di perderla davvero.

Nella restante pietra
di morbido soltanto il mezzo busto
accogliere nel seno

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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18 risposte a A dirne di cose rotonde

  1. theallamente ha detto:

    entrare nel tuo blog… e il titolo già cattura a tondo e porta via nel vento di poesia che turbina – tempesta
    Bella, eh!
    Baci

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  2. turquoise66 ha detto:

    E’ meglio essere poeticamente sfaccendati come te che prosaicamente affaccendati come sono io da un pezzo :-). Questa poesia è un ciondolare tra stanze dell’anima piene di cose che sanno trovare da sole il giusto posto. Le pulizie, quelle mazza e pezza, invece non si fanno da sole, ahimè!

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  3. annamaria49 ha detto:

    Mi sembra di vederti che dai uno sguardo alla casa e ne senti il peso della quotidianità che è riservata a te e tu sai che quel pensiero disturba la tua inclinazione. Un po’ come accade a me, a tante donne, il ritmo quotidiano sottrae tempo alle passioni.
    Le metafore eleganti sono bellissime, i tuoi versi sono morbidi e avvolgenti, sono pieni di te, del tuo estro creativo.

    un bacio
    annamaria

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    • cristina bove ha detto:

      “il ritmo quotidiano sottrae tempo alle passioni.”
      meglio di così non si può dire!
      Quanto sarebbe bello se tutti potessero vivere dedicandosi a ciò che li appassiona!
      invece il lavoro, che debilita l’uomo e arricchisce il padrone, rende succubi e stanchi, mentre la vita scorre, inesorabilmente.

      un bacio a te
      buona notte

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  4. maria d'ambra ha detto:

    di questa rotondità di ventre materno da dove tutto parte e dove tutto torna per ripartire ancora, sostano parole in versi e i traslochi sono sogni azzurri, profumati di salsedine… come nell’immagine la casa si trasforma in una nave di cui soltanto tu sei il comandante…
    del resto il viaggio è sempre rotondo…
    baci

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  5. Fausto marchetti ha detto:

    “sfogliate come verze a dirne mare”
    ho visto la malinconia tra le righe e le onde del cervello il mio trasloco sarà solo di pochi metri
    eppure la pagina che sto per voltare
    a volte mi sembra tanto pesante.

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  6. rossella ha detto:

    Che meraviglia Cris, però quel “e la mia testa
    con tutti i frulli inutili di versi

    non te la faccio passare. Gli ultimi tre versi sono struggenti, incantevoli. Un bacio

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  7. carmen ha detto:

    Le cose rotonde sono quelle che ci avviluppano e ci fanno tornare al punto di partenza.
    Glifi ardesia le mani, sono come le incisioni o linee di vita che ci indicano il punto esatto del nostro percorso.
    Fare la pulizia dei muri della casa passandoci sopra una manciata di malinconia, è un modo per proiettare questa malinconia fuori di noi.
    Ma possiamo lasciar perdere tutto e concentrarci su tutto quel che passa nella nostra testa, i versi poetici in primo luogo, che sono un pezzetto di vita, così che procediamoo tranquilli in ogni luogo la giornata voglia condurci.
    E per finire, pur nella durezza (di pietra) delle condizioni esterne, ci teniamo stretti alla morbidezza dei nostri affetti, del nostro cuore che ama, nonostante tutto e nonostante tutti.

    “Da una libera interpretazione carmeniana”…
    ciao
    car

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  8. TADS ha detto:

    la granitica morbidezza,
    la forza dolce,
    la timidezza degli invincibili.
    E’ sempre un piacere leggerti

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  9. Domenica Luise ha detto:

    Ah! E così diventiamo ermetiche al cubo, ma ondeggianti azzurre e morbide come due mammelle d’amore piene di poesia e di segreti. Hai mescolato tutto, anima, carne, eventi e colori. Posso leggere e rileggere quanto mi pare: il gioco è troppo sottile, è la Cristina burlesca sul dolore fatto d’amore. E brava.

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