30 Dicembre 1962

50243_trinita_dei_monti_roma

Quell’inverno di sole impallidito
quasi una luna diurna
pioveva sul sagrato e noi

Venivamo da quella scalinata
due ragazzi seduti a dirsi un libro
non sapevamo che sarebbe giunto
un giorno silenzioso e scompagnato
Sconfinammo
tenendoci per mano
:quanti colori c’erano a Tozeur
fasce di cielo sulle case bianche
ad Hammamet
ci spuntava la vita da ogni dove

niente che ci fermasse.

E siamo adesso in questa strana casa
incorniciati già dentro una foto.

C’innaffiano la sera
dimenticanze e fiori

   

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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15 risposte a 30 Dicembre 1962

  1. Bella, commovente, dolcissimamente malinconica.

    Ciao, Cristina (eri carinissima su quella scalinata…)

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  2. maat ha detto:

    dall’alto della gradinata
    un settembre colorato di “giallo”:
    la ragazza leggeva “Niente orchidee per miss Blandish”
    il ragazzo disse: adesso ti dico chi è l’assassino.
    “non ci provare” disse lei.

    poi partirono insieme per un viaggio durato fino ad oggi
    e chissà…

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  3. lallaerre ha detto:

    Ti ho vista: giovanissima e piena di luce! come anche oggi la tua anima…
    Ciao Cristina, auguri infiniti!

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    • cristina bove ha detto:

      cara Lu, sembra quasi impossibille che tra quella ventenne spaesata ma decisa a vivere, e questa signora dai capelli bianchi, siano interscorsi cinquant’anni…
      questa vita ancora mi sorprende, malgrado la stanchezza.
      grazie e infiniti auguri anche a te
      cri

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  4. carmen ha detto:

    Lirica struggente e appassionata, velata da malinconici ricordi che fanno apparire il presente silenzioso e scompagnato.
    Ma esserci, Cris., quanto conta!!!
    Buon dì, penultimo, ultimo e poi ricominciamo… TVB.
    Car

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    • cristina bove ha detto:

      Car, spesso mi sorprendo a fare un consuntivo del mio vissuto.
      a volte mi appare un’altra me che sembra essere passata indenne tra le fiamme…
      altre volte mi sorprendo a pensare: ma come ce l’ho fatta?
      grazie degli auguri, cara amica, li ricambio con tutto il cuore. TBV
      cri

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  5. aitanblog ha detto:

    Quanta struggente malinconia in queste parole, Cri, e quanto amore!

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  6. domenica luise ha detto:

    Lirica intensamente amorosa, di parole interrotte e consapevoli. La casa è “strana”, straniera al ricordo, che predomina coi suoi sapori di vita e di vittoria. I due versi conclusivi sono terribili e dolcissimi: dimenticanze e fiori ad innaffiare un tempo talmente lontano, ormai.

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