fosse l’invito ironico
d’un’agenzia turistica
faremmo vidimare i passaporti
allo scoccare della mezzanotte
alla dogana delle zucche
invece
un fuoco di silenzio in petto
ci documenta l’annaspare e il grido.
Andare per cartigli e pittogrammi
profili e forme al posto di parole
forse qualcuno un giorno
ci troverà tra i fossili di un’era
da srotolare o decrittare
versi
incisi su una stele di Rosetta












Pingback: Andarci, a quel paese di Cristina Bove | miglieruolo
e quante lingue ci parlano da qui.
🙂
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ciao, Francesca 🙂
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tu incidi su lastre di basalto
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a dispetto di chi mi vorrebbe cancellare, eh, falco?… 🙂
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piacevolissima
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grazie
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È bellissima, Cristina. Sarà proprio così, temo: una stele di Rosetta da interpretare, chissà cosa diranno di noi, della nostra cenere e delle nostre zucche. Eppure, dobbiamo lasciarci in poesia: per non morire prima del tempo.
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infatti, Mimma.
per non morire prima del tempo…
un abbraccio
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Una sola parola e in questo caso è molto positiva: perfetta.
Complimenti
Stefano
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grazie, Stefano.
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Bello incidere versi sulla stele di Rosetta! io saprò decriptarli (almeno… lo spero!)
Buon dì
car
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la mia stanchezza è tale che non bastano più i sotterfugi della mia mente né delle mie mani. sto facendo uno sforzo enorme per dare importanza alla mia stessa presenza, che sia fotografando, scrivendo o cucinando, ma temo di stare esaurendo la mia pazienza con me.
a te buona serata e tutto il bene del mondo
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