Quelli al di là dei cirrocumuli
dovranno ben decidersi a finire
questo congegno in doppia elicoidale
_vorranno mica scassinarmi con una morte ossidrica
quando sarò distratta dall’essere immortale?_
sei gradi di separazione tra gli umani
quindi non basta viversi nel centro
: si è sparsi alla periferia delle altre vite.
La previsione riassumeva il tempo
essere ancora viva un fatto marginale, una scommessa
vinta dalla parola e dalla storia
un dato inconfutabile a scadenza
intanto sto
riversa sulla linea che demarca
l’essere me dall’essere me ancora
tra quattro consonanze da tastiera
in un perfetto giro di no
.
grazie a tutti i “mi piace” 🙂
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“intanto sto” …in attesa di distrarmi dall’essere immortale, vivere è avvilupparsi tra le pieghe del tempo che le parole biscazziere sfidano…mi piacciono i tuoi versi, sono …morbidi, tristemente morbidi 😉
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grazie, Antonio, dell’apprezzamento ai mie versi.
mi piace “tristemente morbidi”… sì è così che ne avverto il dipanarsi.
un caro saluto 🙂
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sei ancora al primo grado, e poi non lo sai che i poeti sono un po’ come i gatti?
🙂
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qualcosa mi dice che hai ragione, caro Massimo… è da quel dì che non dovrei esserci! e invece… altro che gatti!
🙂
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Sai in quella linea che demarca ci stai e ancora dovrai per regalarci queste meraviglie. Mitica, Cristina, poche sanno usare le metafore come tu fai.
Un bacio
annamaria
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grazie, cara Annamaria.
in quella linea ci siamo un po’ tutti, tra gesto e pensiero, tra terra e cielo…
un bacio a te
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“…la linea che demarca l’essere me dall’essere me ancora…”
il silenzio di un rigo vuoto tra la nascita e la morte dove i due opposti si toccano nel compimento: la vita….
Grande Terapeuta la mia Cristina!!!
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faccio mio il motto de “La poesia e lo spirito”:
“Potrà questa bellezza rovesciare il mondo?”
credo di sì, basta soffermarsi sulla parte luminosa di ciascuno e lasciar andare quella oscura… e in quella luce incontrarsi, rispettarsi, amarsi…
e cosa c’è di più bello che amare la rispettiva poesia?…
ci curiamo a vicenda, mia cara!
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ne sappiamo qualcosa, cara Narda…
trasponiamo allora i nostri sì, mimetizziamoli in onde sonore, in armonie che almeno ci confortino!
Una poesia al giorno… come suggerisci su vdbd… leggerla, e anche scriverla, già, proprio terapeutico!
Grazie
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“intanto sto
riversa sulla linea che demarca
l’essere me dall’essere me ancora
tra quattro consonanze da tastiera
in un perfetto giro di no”
Ma quanti assensi e quante accettazioni abitano quel giro di no, mentitore, furfantello, doloroso. Non puoi metterli in vista i tuoi sì, ti berrebbero, ti spoglierebbero nella tua nudità più fragile …
Però una poesia al giorno è buona medicina e forse buon dottore…
Narda
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Meraviglioso leggerti, mia staraodinaria poeta !
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grazie, cara Nunzia!
a presto 🙂
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ti ho immaginato con le dita sul piano-tastiera a suonare il tuo “giro di no”…
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ehehehe…
un ottimo contrappunto, per chi lo sa suonare a sua volta!… 🙂
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…!
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🙂 !
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