Alta gastronomia

Il grande chef se ne stava seduto sulle rive del laghetto quando scorse una gru bella dritta sulla zampa. Immaginò una nuova ricetta, al posto del solito pollame e, detto fatto, le si avvicinò con aria amichevole promettendole una nuova vita su pattini a rotelle.
“Che roba è?” chiese la gru.
“Hai presente una scarpa? Beh, con quattro rotelline diventa uno schettino e ci puoi scorrazzare per la strada”
“E secondo te pattinare sarebbe meglio di volare?”
“Meglio di volare, no, però potresti provare altre emozioni, per esempio il calore benefico di un tegame, ”.
La gru mise il becco di traverso, prillò più volte sulla zampa e si accasciò di botto.
Lo chef pensò che fosse l’occasione buona per tirarle il collo.

L’uccello si svegliò di soprassalto sul tavolo dell’immensa cucina, ebbe un attimo di esitazione, quindi sfoderò l’altra zampa dal piumaggio e si apprestò alla fuga.
Il cuoco fu più lesto ad afferrarla e la poverina si afflosciò lanciando un help di chiara ascendenza anglofona.
“Mi vuoi fare lessa?” ciangottò alla vista del pentolone in cui bolliva l’acqua.
“Ma no, solo farti un bel bagnetto caldo”
“Mi vuoi fare anche fessa! “ sfiatò la poverina, nittitando con occhi lacrimosi.
“Festa, voglio farti la festa.”
“Je vous assure que ce n’est pas mon anniversaire!” pronunciò il volatile in perfetto francese mentre era tenuta sospesa per le zampe sullo sbuffo di vapore.
“Potresti tradurre?”
“ Il mio compleanno è passato da un pezzo! Ma adesso, visto l’argomento scottante, potrei consigliarti il modo migliore per cucinarmi.”
Così dicendo ebbe un altro colpo di sonno.
Lui, con le mani sui fianchi, pontificò:
“Sono un grande chef, non accetto consigli da nessuno, figuriamoci da una che si addormenta di punto in bianco.
La gru, tornata in sé, tentò una spiegazione: “Ahimé, soffro di narcolessia! E tu, invece di infierire su una povera malata, non potresti lasciarmi andare?”
“Perché dovrei?”
“Perché sono un essere speciale, parlo sette lingue, traduco dal latino, scrivo romanzi e saggi musicali, e sono anche ipervedente.”
“Ipervedente?”
“Certo, vedo cose che altri non vedono.”
Il cuoco restò un attimo perplesso. Tanto bastò alla gru per darsi una scrollata e balzare fulminea sull’alto finestrone. Dal davanzale, prima di spiccare il volo, con la voce di chi ha appena scansato una mortale sauna, dichiarò in tutte le lingue che sapeva:
“Più che altro mi sembri alquanto sciocco e per uno chef è grave non aver sale in zucca” 

 

(L’ho scritto e non me ne vogliate. E non vi preoccupate, sto bene, almeno credo)

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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6 risposte a Alta gastronomia

  1. marzia ha detto:

    Quando ho iniziato a leggerti mi son detta: “ma io la ricordavo diversa la fiaba”, solo continuando ho capito.
    Sarò in narcolessia anche io? 😉

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  2. rossana ha detto:

    Stai benissimo, è evidente dal piglio divertente della gru multilingue e mente lesta…

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  3. fattorina1 ha detto:

    E’ una rivisitazione simpatica della storiella del Boccaccio.

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