Fermo sulla stadera il peso morto
controbilancia un falso macroscopico
benché l’estrema copertura regga
sessantaquattro chili d’imballaggio
l’angelo veste fiori di lillà
redige l’atto notarile
certificante un esito qualunque
lo stato di prenascita o postmorte
ed in entrambi i casi
totale garanzia d’inesistenza
si resta in forse
accoccolati nelle proprie braccia
sospesi nello spazio relativo
d’una protratta pausa tra due suoni
a garanzia di persistenza
un ghirigoro di pensiero
mentre
“si resta in forse … accoccolati nelle proprie braccia … sospesi”, eppure la stadera, nella mano di Osiride dio della vegetazione e della morte, deciderà da che parte pesa…
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meglio essere accolti da Nut…
grazie 🙂
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vero! ma mi riferivo alla stadera…
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ah, sì, è che ho la testa un po’ tra le nuvole…
🙂
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❤ che l'assetto non sia troppo variabile e l'imballaggio ti sia lieve: alla fine è questione d'agilità.
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un continuo slalom… 😉
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😉
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Riesci persino a farmi sorridere con quei sessantaquattro chili d’imballaggio… sei unica!
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la parola ghirigoro mi riporta un ricordo lontanissimo nel tempo
pensavo di averla rimossa dalla memoria e invece è ancora lì
come la piccola conchiglia a cui avevo dato questo nome
quando avevo quattro anni e sulla battigia di Albisola in Liguria al mattino presto passavo il mio tempo migliore alla ricerca di questo tesoro che racchiudeva il suono del mare, bastava solo portarla all’orecchio per sentirne la canzone. qualche anno più tardi David Crosby mi regalò quella che ritengo una delle sue migliori storie: The leeshore
“Lungo la costa sottovento
Conchiglie giacciono sparse nella sabbia
Scintillando come occhi lucenti verso di me,
Dal mare…
Eccone una come il Sole nascente
Più vecchia di quanto si possa immaginare
Giace ancora là dove qualche onda incurante
L’ha dimenticata molto tempo fa…”
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grazie, Fausto, non ho capito l’attinenza, ma ho gradito lo stesso il tuo commento 🙂
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sarebbe superflua qualsiasi spiegazione: ne hai dato la precisa significanza.
ti abbraccio
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Mentre… il tutto è qui e ora, almeno ciò che è tangibile in questa “non memoria” di (spazio relativo) quanto è prima e dopo la parentesi contenuta tra due note.
E il ghirigoro di pensiero salva dall’inesistenza. Sempre le tue poesie, per quanto possano essere recepite in maniera diversa, offrono l’appiglio del riscatto consapevole d’altro che è oltre… mi sai, ti so meravigliosa-mente.
Abbraccio
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Non so perché ma ti sento lontana! sbaglio?
a garanzia di persistenza
un ghirigoro di pensiero….
forse lo sono io!
ernestina.
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allontanarsi non vuol dire disinteressarsi, forse soltanto concedersi una pausa 🙂
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Un’attesa fra due vuoti, due assenze.E’ una delle tue poesie più “vinte” e suggeriscono un’esistenza ormai immota, quieta perché affetta da atarassia.
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un allontanamento dalle cose… essere in forse, sempre.
e sempre ricondursi oltre sé stessi, nella quiete che prelude a…
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