Scrisse con la matita
tanto da farne un foglio stropicciato
le sue storie di bianca consistenza
monologhi talmente scoloriti
che non restava traccia.
Un po’di Mercatore
sul limite interrotto d’una pagina
per mille rotte ancora
La sua nave sicura vira al largo
dalle tempeste piccole da bar
dagli albatri caduti sui pontili
dagli occhi duri delle marionette
di penne contraffatte.
Le rotte vanno tutte all’ancoraggio
segnato già da tempo
vela maestra non si piega al vanto
né avanza per un’aria di libeccio
schiva marosi e squali
attenta ai morsi e a non finire in mare.
Chiara , esplicita, quasi ottimista: andare all’ormeggio, riconoscere una rotta, farsi duttile per regalarsi alla voce un brivido, quello che la vita nega o fa rigido e cupo.
Sono passati anni ma la tua poesia ha lo stesso timbro di fedeltà a te stessa.
Narda
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vedo la nave ormeggiare sulla linea dell’orizzonte, ancorarsi al cielo, in attesa del vento che la sollevi in alto verso rotte sconosciute e porti siderali
negli anni si cambiano colori, ma il timbro, il suono, restano immutati in ciascuno di noi, è la voce della nostra anima.
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credo che tu abbia ragione, Eiisabetta, oggi navigo in acque più tumultuose.
ma la poesia e i pennelli mi aiutano a stare a galla.
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Sempre in viaggio, figurato e non, ancora non trova porto la tua poesia 🙂 Per fortuna, aggiungo!
Questa del 2012 navigava in acqua calme, attendeva il prossimo futuro di acque più vivaci, a volte felice di trovarsi in marosi veri e propri!
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L’ha ribloggato su lementelettriche.
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sempre cara! grazie
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Andiamo avanti schivando o superando ostacoli, noi vele maestre lungo la rotta della vita.
Un sorriso
Patrizia
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non piegarsi al vanto… e al vento…
vele in cerca d’approdo.
un abbraccio
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