Il rischio di venire ai ferri corti
in sala eventi
_viene addestrato il personale_
è conseguenza di una vita a tagli
un sistema-paziente di lampade scialitiche
che ti scompone in luci senza ombre
un numero per nome
se non s’apprende il sonno
si può restare svegli guardandosi dall’alto
:un corpo estraneo
che appartiene alle lame agli aghi ai fili
ed alle mani del ricamatore
sei la tua mente fuori tempo
il pensiero sovrano _un sole fisso_
che ti consegna alla malinconia
di sapersi distante
di constatare d’essere e non essere
contemporaneaMente
è un piacere anche per me avere la tua stima di lettrice
grazie
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In questa poesia ritrovo la Cristina Bove, di Una per Mille, la donna dalle mille sfaccettature, sempre molto sensibile, lucida, attenta a cogliere ogni prisma di luce dentro e intorno a se stessa. Sempre un immenso piacere leggerla.
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immagino, Carla, e mi dispiace che i momenti difficili abbiano lasciato le loro tracce anche su di te.
buona veglia sul lago,
un abbraccio
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si può restare svegli guardandosi dall’alto
:un corpo estraneo
che appartiene alle lame agli aghi ai fili
ed alle mani del ricamatore*
mi riconosco anche io, in questo sguardo di veglia, mia cara Cristina
un saluto dal lago
c.
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Il pensiero di essere esterna-mente e di essere contraddizione fra esterna e interna- mente non regala una pace, accelera le rifrazioni e rinnova le delusioni. Restiamo affamati di luce, di quiete e contemporanea- mente amiamo la burrasca (citando) balenando.
Narda
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infatti, cara Narda, siamo esseri ben strani, bramiamo la quiete e cerchiamo la tempesta…
pur di sentirci vivi.
grazie
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