Vanno a sparire
nel biancore che avanza
gesti che ingarbugliavano la vita
in bilico tra case e fili tesi
inesperti funamboli
ammaravamo nei respiri
nelle coreografie da straniamenti
ci sconfinava dalle forme un noi
senza passato né futuro
un noi con mani spente
che rischiava cadute ad ogni mossa
erano scritti sulle rocce instabili
sui margini d’un fiordo
nomi che ci facevano bellissimi
finché la dissolvenza
li rese evanescenti come ombre
lei semiaddormentata
aspetta sulla rupe
il maelström delle vie senza ritorno