nell’acquitrinomondo
rospi e affini
aspettavano il bacio della donna
per la trasformazione prenceazzurra
ma saltellando da una foglia all’altra
diventavano vecchi nell’attesa
la donna anfibia aveva altro da fare
che trasformare principi in ranocchi
o viceversa
lei respirava fiori nel pantano
si teneva in disparte
il Dio delle promesse e delle mele
aveva smesso di creare gli alberi
si concedeva favole sabbatiche
mentre tentati e tentatori
facevano la stessa brutta fine
_non per menefreghismo, ma
perché proprio così doveva andare_
sennò i fratelli Grimm
invece di narrare di cocchieri
di lupi, di uccellini e fratellini
avrebbero cantato il miserere
servito messa o coltivato rape
visto che andò così
non resta che sperare
_l’ultima dea gestisce sogni a ore
è poliglotta, ha catene d’alberghi in ogni dove
e vive in un motel_