rincorrere un pensiero
nel passaggio tra camera e cucina
quel nome sulla punta della lingua
quel fatto quell’incontro quella scena
arrivano e svaniscono
la polvere che imbianca teste e mobili
impallidisce immagini
perdona le omissioni
rende futile
ciò che pareva indispensabile
s’annebbiano le cose più vicine
tuttavia
si può leggere il cielo senza occhiali
: magari in un paragrafo di stelle
c’è la decrittazione
del come e del perché viviamo il mondo
Pingback: Smarrimenti del terzo tipo | miglieruolo
mammamiaquanto sei brava!
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grazie!
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ecco, Fausto, la risposta degli alberi è un invito a non cercare troppo in alto ciò che probabilmente è dentro noi… spero.
grazie della tua gradita presenza
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mi fa pensare alla frase di chiusura del libro di Elizabeth Strout – Olive, ancora lei- che ho appena letto: “Non ho la minima idea di chi sono stato. Dico sul serio, non ci capisco niente”.
Me lo domando sempre più spesso, cercando la risposta sulla cima degli alberi, perché nelle stelle
mi perdo.
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Grazie Cristina molto Bella
Inviato da iPad
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grazie, Ernestina 🙂
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