Sono stagioni tristi
dal ticchettio metallico
_datazioni di ruderi e massacri_
sepolte nelle tasche
didascalie per non viventi
non tacciono i tamburi della guerra
anche se alziamo gli occhi nell’azzurro
_l’impotenza disarma il calendario_
la distanza che tacita e distoglie:
cose dell’altro mondo
assunte ogni mattina col tg
mandate giù di fretta col caffè
scarsamente efficaci a dar la sveglia
_un suono d’agonia ci toglie il sonno_
il vaniloquio smorza il rimbombare
cade
ed anche noi moriamo con chi muore