Al tempo delle fioriture
trasalimenti verdi sulle strade
angiporti dell’anima i ricordi
era la vita a scaturire
le parole difficili di G
i riccioli di platino di W
le battute umoristiche di D
lo sguardo consapevole di G
non so perché questi particolari
visto che sono immensi
ciascuno irripetibile universo
loro cui fu trasmesso il mondo
proprio da me
e nonostante ciò fui perdonata.
Poi vennero altre voci
e ti ho trovato e ti ho trovata e vi ho
per quante eternità cercate
voi simili alla mia similitudine
incamminate verso l’ultrafiamma
anime figlie tutte
dell’Ein Sof
Pingback: Concatenazione | miglieruolo
cri, anche a me molto hai insegnato,
ma ti perdono.
o non lo chiedi?
la poesia è in sè meravigliosa, perchè è in te! e tanto schiudi con la povertà della parola
con lo stile ricco e magro, che è il tuo sigillo
ad una lettera indirizzata per il mondo
e mai scritta dagli uomini
la parola che in te esterni, contro una mia miscredenza, la vedo divina!
brulicante di senso e di luce anche dove è più fresco il cuore all’ombra di un albero possente
e quindi hai anche un’ombra profonda,
lungo questo tragitto in cui siamo compagni, ( e potrei citare i nomi del nostro “circolo vizioso” non potevi scegliere per tutti noi
una via più difficile e più dolce,
grazie.
elia
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caro Elia, siamo tutti raccolti e in attesa
forse ci ritroveremo quando dal circolo passeremo alle sfere…
ti perdono di perdonarmi.
hai scritto un commento molto poetico, grazie!
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e come potrei cavarmela con un semplice mi piace?!! hahaahha
fatti sentire.
elia
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Mi sono concesso una boccata d’ossigeno, ma forse dovrei dire una intera bombola.
Spero presto di poterti di nuovo ospitare sul mio blog, enormemente impoverito dalla tua assenza.
Lo riprodurrò giovedì prossimo senza commento. Non ne ha bisogno, la poesia è completa, non necessita d’altro che di se stessa. Ne ho bisogno io per sentirmi vivo e partecipe.
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sarà ancora un piacere essere tua ospite! 🙂
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mia madre era stata sedata: l’ho saputo dopo… anche là non si è fatta coraggio e siccome non aveva mai capito il senso della mia sfida (coerente) al coccodrillo, mentre partorivo ha avuto una crisi isterica. per essere d’aiuto. io, con tre spinte tre, ho fatto nascere Giulia: niente parto pilotato, niente di niente e 4,5 kg di figlia la quale – essendo nata già grande – neanche piangeva.
la mia complice è lei, Giù!
ormai sono quasi ventiquattr’anni, manca un mese.
prima di mettermi i punti il medico m’ha fatto i complimenti e m’ha chiesto tempo per una urgenza fuori sala: l’urgenza era mamma cui ha somministrato sedativi nonostante tutto.
la differenza – fra noi due – è che lei non tollera neanche una lucertola.
io, il coccodrillo, lo avevo messo in stand by come faccio sempre quando devo affrontare una cosa difficile. se la mia soglia di attenzione è alta – lui – è altamente fottuto.
potere della mente… così ho fatto sempre dopo, ad ogni intervento chirurgico, lasciando però a casa mia madre.
se non accetta la realtà rappresenta un problema ulteriore e, quando stai male, la vita è già complessa di suo: certi “problemi non problemi” li tengo distanti.
mio padre, il mare, era diverso… ecco perché, mancandomi lui, sono diventata completamente orfana.
ma resta Giulia, il mio miracolo, la mia rivalsa sul mondo e sul coccodrillo vita natural durante.
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cara Paola, ciascuno di noi ha le sue debolezze, e non tutti sono capaci di affrontare i draghi…
chi riesce a sottometterli ha la forza necessaria per vincere.
tu ci sei sempre riuscita, hai dalla tua la potenza e l’energia per non esserne abbattuta!
e aver messo al mondo Giulia è la tua più grande, immensa vittoria.
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lo so…
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anch’io ho trasmesso il mondo agli irripetibili particolari di G
e – il coccodrillo – è là che ha capito d’essere stato sconfitto.
mi perdonerà, un giorno?
m’ha già perdonata?
a dio ci penso dopo.
G viene prima.
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è così che si perpetua l’amore.
che se ne frega dei coccodrilli e dell’intera fauna di palude.
dissi un giorno, ai miei figli, che mi sentivo responsabile di averli esposti ai dolori e alle traversie e di aver dato loro, con la vita, anche la morte.
la risposta fu unanime: mi ringraziarono di averli fatti esistere, perché qualsiasi esperienza, nel bene e nel male, è preferibile al nulla.
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Mi sembra di sentire la mia Giulia…
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essendo tua figlia… non poteva essere che così!
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❤
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Offerta di scuse paradossale, che solo la sensibilità di una poetessa poteva ideare. La morte in ogni caso non deve essere avvertita negativamente in quanto non solo costituisce il corollario inevitabile della vita, occasione per fare esperienza, per evolversi; ma perché è occasione per la nuova vita. La persona chiude un ciclo e si prepara, da qualche insondabile parte, a aprirne uno nuovo.
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bentornato Mauro!
condivido le tue considerazioni sulla morte
anche se a volte mi sento un po’ smarrita in questo grande mistero di cui siamo parte.
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cara Elis, nemmeno io so da quale ispirazione nascono. posso solo dirti che il mio pensiero si esprime così perché le cose e gli accadimenti mi fanno sentire che la vita tutta è una dimensione misteriosa, in cui mi sento costantemente immersa. 🙂
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Ormai resto col fiato a mezz’aria leggendo le tue poesie! Non so più cosa dire, cosa argomentare su questa tua facoltà così grande di raccontare la vita, l’umanità, il mondo persino la Storia…
(eppure mi piacerebbe chiederti – una per una – da quale ispirazione sono nate)
🙂
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