La strategia conservatrice
d’una memoria ballerina
non mi consente rievocare in ordine
testimonianze del mio tempo
i sedimenti
arrivano inattesi.
Annoto
me ne accorgo vedendone una frase
libri che non sembravano importanti
benché li avessi letti
annidati nel fondo
rei sospetti d’essere forma mentis
trappole documenti all’io indistinto
incasellate riflessioni e immagini.
Di alcuni
vorrei buttare via la chiave
ma
la ruggine corrode serrature
li salva dai cassetti
della dimenticanza
e d’improvviso cedimento il cuore
allinea chiose
in assetto variabile.
*(titolo suggerito da Maria D’Ambra)
Per volare occorre un assetto variabile. una salita, una quota stazionaria, qualche passo di danza con i temporali, infine l’atterraggio. Anche la vita procede con assetto variabile; statica sarebbe preda delle deiezioni degli uccelli, mobile si rischia il cedimento di una caviglia. Nei cassetti, lacerti di memoria, siamo state, saremo ancora, quando non saremo più altri diranno e vibreranno sotto questo cielo imbufalito.
Narda
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L’ha ribloggato su lementelettriche.
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no: non si sfugge, nonostante ci si possa impegnare.
la palude è piena di coccodrilli in agguato.
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abbiamo imparato lo slalom della vita…
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conosco quella sensazione di déjà vu …è qualcosa a cui non si sfugge quando si attraversano le stanze della memoria, i suoi – tuoi – cassetti allineati …
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e forse ci si sente vivi nel sapersi … sparsi in quei cassetti.
un caro saluto, Carla 🙂
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