quella fiamma
affannava la voce a raccontare
che si trovava morta sissignore
di beni in comunione spesi tutti
la parola stempiata
occhi larghi di vuoto
nessuno rispondeva oltre la fronte
biancori intrappolavano la mente
e non era fuliggine quel nero
a chi parlava dunque il conduttore
con la mano sul freno?
In sottotono voci di metallo
dicono che in aprile si germoglia
mettendosi davanti a un calendario
Sono sempre ammaliata e stupita dai tuoi tratti, dalla tua cifra poetica unica e – concedimelo – inimitabile.
Incontrarti nel mio percorso verso l’infinito è stato un volano fondamentale per meglio osservare, come dici tu, dal mio ermo colle personale, tentando di far dialogare più anime tra loro.
Non so cosa ci sia nell’altrove.
So che, forse, è popolato da chi amavo.
O forse no.
Però so che sento di dover dare ancora prova, qui, della persona che vuole germogliare, anche se non è aprile, soprattutto senza calendario.
Ti abbraccio
Paola
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Forse stiamo germogliando vivendo, cara Paola.
E chssà che l’altrove non sia la vera primavera in cui fioriremo liberi, colorati, immortali…
Lo spero per noi e per tutti coloro che amiamo e abbiamo amato, che ci amano e che ci hanno amato.
Abbraccio ricambiato
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Dopo l’Acheronte sogno distese di rose ❤
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C’è fascino nelle tue poesie, un’eleganza naturale, movenze armoniche che sanno sorprendere. È molto che ti leggo eppure ci riesci ancora a sorprendermi: la parola stempiata…
Poesia malinconicamente amara eppure che si guarda con dolcezza. Molto piaciuta, Cristina.
D.
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Che cosa bella mi hai detto! Sorprendere è il meglio che si possa ottenere per una che scrive e a volte non sa neanche bene perché. Tranne che farlo è alleggerire un po’ questi anni difficili, questi tempi strani ma duri.
grazie!
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Indugio tra questi versi come tra gli ambienti di un treno antico, tra il nero – non fuliggine soltanto! – del fuochista e il bianco spalancato e muto dei commensali nel vagone ristorante che attraverso di corsa, affamata e guardinga. Non mi voglio sottrarre a ciò che appare alieno, stregato. So che da voci metalliche e bisbiglio del conduttore qualcosa emergerà.
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carissima, mi piacciono molto le immagini che hai evocato.
hai davvero centrato il senso di quella corsa, gli affanni,della pesantezza del viaggio, e il conduttore…
grazie
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un ciclo finisce, un altro inizia
la natura lo sa anche senza calendario
il nostro corpo lo sa
la nostra mente ha bisogno di qualcuno che glielo racconti….
baci
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the, la realtà ci porta anni e vicissitudini
la nostra mente ci racconta di altri mondi ancora…
baci
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“Quella fiamma”, la passione che arde e che non muore anche con la fuliggine del tempo. Per farla crescere bisogna ignorare il tempo che passa e far germogliare il cuore come la natura che si risveglia ad ogni passaggio di stagione.
Bellissima poesia!
un bacio e sempre più primavera nel tuo cuore.
annamaria
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con rtardo, ma ti ringrazio con un abbraccio
e tanta primavera anche per te.
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E dove, se non da te, trovare ogni volta tutto in pochi versi?
Ciao!:-)
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Giacinta!
baci.
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Qui si è nel paese delle meraviglie. La tua poesia sconfina nel non palpabile, stordisce prima, poi allarga la mente. Chapeau Cri!!!
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Alice nel cappello del bianconiglio ti abbraccia
e ti augura buona giornata
con un abbraccio
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Un soliloquio trasfigurato. Un particolare insolito che non sfugge allo sguardo e alle fioriture della sua vena poetica.
Ciao.
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Tony, il soliloquio diventa un lungo discorso tra anime, linguaggio comune la poesia.
ciao
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a volte leggerti mi fa pensare a una lotta estenuante contro il tempo, come avessi tante, troppe cose da dire, e l’urgenza ti soffiasse sempre sul collo
un abbraccio Cristina
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sì, Massimo, è urgente, ma non è una lotta, è solo un rallentare le rapide, nel tentativo di fissare l’anima.
ho davvero tante cose che si affollano, tutte quelle che non sono riuscita a esprimere prima, nella mia vita dedicata ai figli e alla famiglia.
chi mi soffia sul collo sta perdendo la pazienza, credo.
un abbraccio
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“dicono che in aprile si germoglia
mettendosi davanti a un calendario”
Molto originale questo pensiero… da oggi… provo!
Ma sì, scherziamoci su!
Però, guarda Cristina che se sono voci di metallo a dire questa cosa, forse non sono credibili, ma solo in senso fisico.
In senso spirituale, invece, dicono il vero. Perché come ri-fiorisce la natura, anche noi possiamo ri-fiorire, nell’animo. E in aprile di più del solito.
Tu, poi, lo dimostri ogni giorno dell’anno.
E daaaaiiiiii!!!!!!!
Bacio primaverile germogliato stamattina all’alba, apposta per te.
Car
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Car, malgrado l’apparente immobilità di una parete, calendario compreso, se davvero ci si crede, si può spaziare oltre i confini della materia.
il pensiero, ecco, non è forse impalpabile, immateriale, eppure esiste?
e se fossimo soltanto un pensiero rivestito di luce a forma d’essere umano?…
ecco, io credo che sia così, e che soltanto quando avremo capito che non serve a niente il calendario, saremo eterni.
bacio a te, con affetto profumato di viola.
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Ci sento dentro una profonda coscienza della vita. Mi hai fatto pensare al “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggero” del Leopardi, tutti festeggiano l’anno nuovo, il venditore di agende vuole soltanto vendere il suo libretto e al poeta che gli chiede insistentemente se l’anno nuovo sarà migliore del vecchio, risponde le solite baggianate che tutti diciamo ogni volta a reciproco conforto. Adesso è aprile e festeggiamo i fiori, la vita, il risveglio della natura, compriamo le uova di Pasqua ai piccoli, ma “in sottotono voci di metallo dicono che in aprile si germoglia mettendosi davanti a un calendario” che è impietoso e, ammettiamolo, anche piuttosto noioso.
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è difficile rispondere a questo commento, Mimma. non sapevo di aver scritto qualcosa che ricorda Leopardi, ma ne sono ben felice se me lo fai notare.
per il resto invece non è noioso stare davanti al non-tempo, almeno per me, perchè dall’ineludibilità del transitorio, posso dirigermi altrove, fosse anche un sogno,un’invenzione, una chimera.
che poi cos’è, in fondo, la poesia?…
grazie
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