L’alga che si porgeva al flusso docile
lascia la rena e i ciottoli
chiama una voce dalla superficie
è la promessa a sostenerla a galla
le dissero in segreto che la via
per ritornare è ancora e sempre andare
viaggio di trame l’es
logo e ventaglio
il sé di una flabelia è un dio nascosto
tra laminarie e bocche di corallo
.












Pingback: Futuro primordiale | miglieruolo
Ti regalo questo omaggio, Cristina:http://www.youtube.com/watch?v=COGcCBJAC6I
Se lo conosci già non è che una piacevolissima ripetizione di un ascolto da cui si comprende chiaramente il concetto di bellezza assoluta. Sono certa che ne converrai.
Ciao
car
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grazie, Car, del tuo apprezzamento e della musica.
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“è la promessa a sostenerla a galla
le dissero in segreto che la via
per ritornare è ancora e sempre andare”
magnifica-mente!
BBcar
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Profonda come il mare ed altrettanto bella questa tua creatura (se la chiamassi poesia mi parrebbe quasi di sminuirne il valore). Un caro saluto, Annita
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ti ringrazio, Annita, la mia “creatura” già non è più mia…
e va bene, esattamente come deve andare.
un saluto a te.
e grazie.
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già il titolo è tutto un trascorso avveniristico, un “viaggio di trame” che non si compie compiendosi
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l’ossimoro ci accompagna nel completo dualismo del nostro essere…
e del pianeta.
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Alghe delle cavità minori, fra scogli sommersi, pendii rocciosi e fondali di corallo, a forma di dita, a forma di ventaglio, si lasciano trasportare tra silenzi e profondissima quiete…sanno bene che andare è ritornare…che ritornare è indietreggiare… ma… così dolce è il naufragar in questo mare….
;-))
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Nina, dal giurassico e oltre, tracce della nostra vita acquatica, ontogenesi e filogenesi congiunte, per arrivare al distacco dalla storia planetaria…
ce la faremo a saperci esattamente nel tutto?…
e se per emergere bisogna inabissarsi, cia compiuto il ciclo!
un sorriso.
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Efficace e valida l’ho sprecata per pura disattenzione. Ma forse a distanza di tempo, con un buon commento e corredata di una seconda immagine penso di poterla riproporre…
Scusa Cristina…
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Grazie Mauro,
non echi carducciani, credo, qualcosa che non ho voluto e che ha espresso il mio sentire, nient’altro.
Buon viaggio, con l’augurio di ritornare più sereno e appagato.
ciao
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Pingback: miglieruolo
Chissà perché la poesia mi ha riportato l’adolescenziale “l’albero a cui porgevi la pargoletta mano”. Ignoranza (studia, capra! direbbe l’abominevole uomo della TV, voi sapete chi) o suggerimento dell’inconscio? Ci rifletterò sopra. Spero che da qui alla ripetizione sul mio blog ne esca qualcosa…
Al ritorno dal Messico, magari. Ritemprato da un mese di possibile gioia e ascesa verso me stesso. Verso l’umano a cui apparteniamo e a cui non tutti, purtroppo, aspiriamo.
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Stando nell’ombra, il deus absconditus muove le fila… come promessa non mantenuta.
Grazie sempre Cri
Roberto
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verrebbe facile: “… O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor?…”
senonché lo stesso sentirsi tradito, riconduce ad altra ricerca, su altri piani dimensionali…
grazie a te,Roberto.
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Come l’alga tutti ci stacchiamo dal fondale per seguire una promessa che viene dall’esterno, dalla superficie e che inevitabilmente è disattesa… ma durante il viaggio che non può mai smettere ci si accorge che si gira in tondo, che passato e futuro coincidono e l’unica voce che non incanta è quella che risuona dentro, siamo sempre noi il dio nascosto, basta imparare ad ascoltarci…
Cri è inevitabile accogliere ogni tua poesia e lasciarla marinare a lungo dentro di sé…
baci
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siamo immersi nell’ignoranza, nessuna indicazione che ci dica dove siamo, eppure abbiamo il coraggio di staccarci e lasciarci trasportare dalla corrente, sapendo che qualsiasi cosa sarà sempre meglio della stagnazione.
e dici bene, è essenzale imparare ad ascoltarci.
grazie
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Il cambiamento di vita, causato dal male ottenuto dal poeta in cambio del bene elargito, diventa una sorpresa: vivere del soffio anziché dell’acqua salata.
La poesia è bella, oscura e piena di vita perché i poeti trasformano tutto, è nella loro natura.
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staccarsi dal conosciuto per andare alla scoperta dell’universo…
pccole anime in fuga verso l’ignoto.
e non importa essere poeti, importa cercare l’armonia delle cose… e chissà che non sia solo questo essere poeti.
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