sembrano scene del cinema muto
i manganelli arrossano le strade
ci massacrano i figli (non un grido)
e noi dietro una stolida finestra
a chiedere ai signori delle lettere
se possa funzionare uno stilema
più che lenzuola, bende ai nostri letti
il sonno ci ha ridotto come mummie
incartapecorite nel cervello
e fosse solo quello!
un popolo di mostri addormentati
per un dannato film di dario argento
nelle cucine a colazione e a cena
mangia guardando e non vedendo
i morti il sangue le macerie
i cimiteri allegri delle sagre
lo sentite il concerto dei bambini?
Suonano teste e riccioli da morti
le crepe s’aprono di poco: pesano quasi niente
peccato quella polvere alle gote
li rende poco fotogenici
poco significanti
che vuoi che sia morire di granate
o di miseria e gelo
ai governanti?
i loro figli non saranno mai choosy così
soltanto trote
tette rifatte a capo dei giornali
il culo al caldo
i padri sanno quello che va fatto, noi no
noi ci cresciamo figli schizzinosi
quando non sono in piazza a protestare
fanno le bizze per poter esistere












Pingback: Sordi e ciechi di Cristina Bove « miglieruolo
Sono venuta a rileggere, riconfermo quanto ho già scritto.
Vorrei proprio averla scritta io.
Mi ci ritrovo in ogni tua parola
nei manganelli e nell’impotenza
nella paura
(che anche se non espressa conosco bene)
nel disorientamento e nella rabbia.
Erano gli anni della mia giovinezza …
niente è cambiato.
Un abbraccio grande Cri
o.
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Carissima o.
so bene quanto ti ci sia sentita in sintonia: quelle lotte, una volta, almeno accomunavano operai e studenti.
Adesso che il divide et impera è diventato il mezzo più efficace per poter meglio colpire chi protesta, si fa di tutto per mettere il bavaglio anche ai blog e ai siti di dissenso.
i nostri giovani sono in balìa di governanti fasulli e asserviti alle banche e alle mafie, quando non sono narcotizzati da bisogni indotti dalle tv e dalle sollecitazioni di consumo.
C’è da aver paura sul serio, ora che le forze d’ordine hanno impunità e licenza di manganellare a sangue ragazzi indifesi. Perfino ucciderli.
ti abbraccio forte, e ti ringrazio di esserti soffermata.
cri
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le botte, le solite banali e micidiali botte
ah, difendere questo schifo di mondo è diventato impossibile
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eh sì, Massimo, si comincia coi lacrimogeni poi con le manganellate, poi le torture e i capestri…
mala tempora…
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Delle ingiustizie e dei disequilibri. Anzi. Squilibri.
Ma se la bellezza salverà il mondo, allora, continua a fare poesia
Baci
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cara Eli, non so più se la bellezza salverà il mondo. no, proprio non lo so.
ma per te baci.
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Sicuramente lo stilema non può funzionare, eppure lo sanno che coi telefonini in mano a chiunque e telecamere sparse dapertutto non si può sfuggire. Dov’è l’onore di cui i nostri antenati andavano orgogliosi?
Dario Argento, secondo me, si diverte non poco con quei film del terrore, il pubblico ha quello che si merita e che vuole. Sì, ho notato anch’io che si mangia guardando distrattamente scene orribili, prova ne sia che, nella mia famiglia, l’ultima volta che abbiamo pranzato tutti insieme abbiamo messo un film di Walt Disney e così almeno non abbiamo predigerito amaro.
Tutto questo egoismo imperante si ritorcerà contro di loro, un filo di capello li stacca dalla rovina. Non sanno quello che fanno, ormai non abbiamo più fiducia e ci consideriamo presi in giro con raffiche di bugie.
Questa tua poesia finisce con un’altra amara verità: “noi ci cresciamo figli schizzinosi / quando non sono in piazza a protestare / fanno le bizze per poter esistere”.
Siamo stati noi stessi a renderli così inetti legandoli troppo alla famiglia perché “mio figlio deve avere tutto quello che io non ho avuto mai”.
Poi, ci sono sempre le belle eccezioni.
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forse dovremmo tenerci sotto gli occhi proprio quelle immagini, così almeno col torcersi dello stomaco, visto che non ci si torce il cuore, cominceremmo a fare qualcosa di vero, di reale, per cambiare le cose e non cambiare canale.
forse dovremmo smettere anche di prenderci sul serio se scriviamo o dipingiamo o qualunque altra cosa, se prima non facciamo il possibile per cambiare il mondo.
e forse dovremmo anche ritenerci offesi tutti, se dicono ai nostri figli che scendono nelle piazze per rivendicare i loro diritti allo studio e al lavoro, che sono “choosy”…
no, i nostri figli, non fanno i capricci per continuare a vivere in casa dei loro genitori, nella loro cameretta (quando non è il lettino di fortuna nel salotto) vorrebbero avere la loro casa, il loro lavoro, forse il loro matrimonio, i loro figli.
certo ci sono le eccezioni, ci sono quelli che sfruttano la contingenza, ma non sono tutti, per fortuna, gli altri scendono in piazza.
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Cara Cristina e come non concordare con te? Io risponderei come segue. Un caro saluto. Piero La carmagnole
Nuvole nere
d’odio rigonfie
s’addensano sopra
crudeli castelli.
Tormente di venti
gelati a vendetta
gli inganni più iniqui
così spazzeranno.
E gemiti e forti
guaiti e lamenti
al cielo alzeranno
atterriti tiranni.
E suppliche e scuse
e poi spiegazioni,
a salvarsi porranno.
Ma un dio indifferente,
in altro impegnato,
neppure uno sguardo,
ché altrove donato.
“Dansons la carmagnole
vive le son vive le son !
Dansons la carmagnole
vive le son du canon !”
Verrà primavera
come quella africana
e teste cadranno
come in tempo lontano.
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non amo le rime, ma per la carmagnole faccio un’eccezione…
ciao, koropi 🙂
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Che dire Cri?
Sai come la penso e l’impatto che può avere un testo così duro su di me.
E’ terribile dire : ‘è bellissimo’ …
come vorrei poter dire invece: ‘è solo fantasia’ …
grazie
o.
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carissima, adesso è comparso anche questo commento.
“E’ terribile dire : ‘è bellissimo’ …
come vorrei poter dire invece: ‘è solo fantasia’ …”
e già, amica mia. come sarebbe bello svegliarsi da un incubo!
grazie a te
cri
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