A chi si ferma
In veste amica a chi
Un’improvvisa voglia di conforto
Tradisce il cuore dalla bocca al petto
Offro il mio vero volto
È dunque
Urtare con le ciglia l’aria
Niente però succede
Altro s’intende che la sordità
Pieghi le orecchie
Ai fogli, i margini scorrevoli
Rotolano trascinandosi per poco
Oltre le paratie di questa nave
Limite di marosi e di rancore
Ardua fatica
Chiama quell’altra voce
Ha note di falsetto
Eco fischiato in galleria
Ondata di ritorno
Destabilizza di continuo il dire
Espropria il tempo
Scompagina la casa
Opera pia snidare
Laddove batte il maglio
Travestito da stelo di bocciolo
Asservimento ai carri vincitori
Notabili agitati in gran da fare
Teneri in apparenza
Ostili e duri dentro la corazza.
Certezze non vi sono
Hanno ragliato nella corte
Illustri conduttori
Ammira il fuoco
Mentre s’allontana l’
Anima stanca delle messe in scena.
–












L’ha ripubblicato su miglieruolo.
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Ti vedo fare acrobazie con le parole tra acrostici e palindromi e mi viene in mente il verso di una canzone che faceva così (più o meno):
Giocare col mondo
Facendolo a pezzi.
Bambini che il tempo
Ha ridotto già vecchi.
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grazie degli apprezzamenti, Carla.
Buona settimana e buon tutto!
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c’è sempre un’innata eleganza nel dispiegarsi dei tuoi versi, e una leggerezza che riposta ai profumi della primavera…
Buona domenica Cristina!
C.
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urla nei sogni ci danno la caccia, gli uomini d’acciaio, gli uomini di potere hanno perso il controllo, creano solo problemi in questa terra di confusione dove più di tutto c’è bisogno di amore, questo è il mondo in cui viviamo, un posto-opposto a ciò che sognavamo di dare ai nostri figli, queste sono le mani che ci sono state date, usiamole e iniziamo a provare a trasformarlo in un posto in cui valga la pena vivere. a volte quando batto parole sui tasti metto la stessa forza che vorrei per forgiare ferri incandescenti sul magli, ma poi penso, tu falco sei un uomo di pace…
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è così, caro falco, ma io avverto anche l’acredine del silenzio invidioso, e proprio da parte di chi non te l’aspetti.
ma così è la vita, e per fortuna io faccio del bene per il piacere di farlo, non mi aspetto gratitudine. troppe volte ho avuto addirittura calci in cambio.
chiedere aiuto è per me solo un modo di trovare la forza per procedere, malgrado tutto.
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E’ più che poesia per il contenuto alto, quasi solenne, quasi fosse un’ode che elogia all’incontrario. E qui sta la bellezza di questa lirica che rivela subito il vero volto dell’autore, come dire se vi va, questo ho da farvi leggere. Assoluta sincerità, un buttare lo sguardo sulla realtà delle cose e non edulcorarle: non sarebbe nel tuo stile che è quello che più apprezzo, cara Cristina. Menzogne, falsità, disonestà in ogni campo, siamo avviluppati da questa marea nera e chi non ce la fa si sopprime, triste e ingiusto tutto ciò, allora è che la poesia diviene rabbia, la tua è bellissima anche nello sconforto.
Ti lascio un affettuoso abbraccio.
annamaria
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Tutto questo e altro, cara Annamaria…
ma…anche un pizzico di mistero, di cui mi scuso se sono stata alquanto criptica.
grazie
un abbraccio
🙂
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Ci sono almeno due binari da percorrere, nella prima parte la voce del poeta disposto a svelare quel che è, e l’inutilità della rivelazione di fronte al sordo muro dell’incomprensione e dell’invidia… nella seconda il binario cieco del momento storico attuale in cui tutto è finzione, dai nuovi capi religiosi, ai volti della politica, all’incertezza che regna in ogni campo… la nostra parte meno terrena, l’Anima non può che desiderare di sottrarsi a tale giogo…
ma tanto altro ancora si cela in questa bellissima poesia che non si può spiegare, si finirebbe con “l’assemblare inutilmente un commento oscuro”…
baci!
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cara Maria, hai infittito ancor più il mistero… 🙂
certo hai arguito che “di fronte al sordo muro dell’incomprensione e dell’invidia…” si resta a volte basiti, soprattutto quando quel silenzio e quella cecità vengono da chi non te lo aspetti (perfino la parola diventa asfittica).
la seconda parte procura soltanto una grande angoscia e quindi il grido… che però solo in pochi odono e “vedono”.
ordunque, “chiaro” e in “chiare lettere”?
MAIUSCOLE?… 😉
simpaticissimo il tuo contrappunto: ““l’assemblare inutilmente un commento oscuro”… hahahaha…
baci
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C’è sempre quello sguardo che va oltre e sarebbe troppo facile dire che è ” l’oltre “, a volte, a guardare noi.
Un grande piacere il leggerti
Un abbraccio
Roberto
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infatti, Roberto, sarebbe troppo facile…
come se quell’oltre non ingannasse proprio chi crede di poterlo fideisticamente raggiungere.
intanto noi strizziamo gli occhi per discernere almeno un sprazzo di luce.
grazie
ricambio l’abbraccio
cri
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Mi piace il lirismo di questa tua…la trovo finanche irruente ( sarà la parola giusta??)
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più che altro “enigmatica” cara Marzia! 🙂
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E cos’altro è tutta la nostra vita se non “assemblare inutilmente un testo oscuro”?
Inutilmente per me che lotto e non vedo il risultato di tanta fatica. Poi, mi resta sempre una speranza che il passaggio terreno non sia del tutto vano.
“Il maglio travestito da stelo di bocciolo” è l’eterno inganno di gioia a cui l’essere umano va soggetto. Dopo, arriva la coscienza per alcuni, non per tutti. Per esempio per i poeti, quelli veri.
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non sempre, mimma, si assembla inutilmente.
solo quando chi ha occhi per vedere non vede e orecchie per intendere e non ode.
il maglio picchia forte, quando meno te lo aspetti, soprattutto se hai offerto asilo e riparo, fiori e qualche delicatezza.
ma sono poche le persone che ricordano, e ancor meno quelle che sanno esattamente quanto valgono, nel bene e nel male.
i poeti veri?… perché, ci sono poeti falsi?…
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Altro s’intende che la sordità
Pieghi le orecchie
Ai fogli,
da quanto non si sentiva più questa voce
Pieghi le orecchie
Ai fogli, i margini scorrevoli…
…sconfinano
Bel testo viaggio
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“In principio era il verbo e il verbo era senza futuro.”
ho preso in prestito questo verso nel tuo bel blog, perché ci sta di un bene, ma di un bene, qui!…
grazie del tuo graditissimo passaggio.
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“Aiuto è una parola che ode soltanto chi ama”
Una poesia che non smentisce mai la tua originalità sopraffina.
“Laddove batte il maglio
Travestito da stelo di bocciolo” e questi due versi mi hanno fatto pensare a quanti lupi incontriamo travestiti da agnellini!!!
Ciao, buon aprile (io sono tornata alla base domenica)
car
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Car, hai scoperto il segreto!
Tuttavia è ancora rimasto tale… acronimo e acrostico a volte serbano sorprese, n’est ce pas?…
ma c’era anche un grido, te ne sei accorta.
ti abbraccio forte
cri
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