i legatori d’ombre
mani occupate ad annodare con la stessa fune
le forme del disordine
hanno giunture adatte a suoli aspri
s’inginocchiano a carte visionate tanto
da strinarne le fibre
ti contano i suffragi e le parole
suggeriscono mondi d’occasione e un riparare
che non ammette repliche
le stimmate cruente a congiunzione
di cieli posti a fingere orizzonti
sulle falde di terra, ectoplasmi di siero e nuvole.
Non apro, dormo al di qua dell’uscio
e sulla targa retroilluminata scrivo:
sono una forma fatta d‘insostanza
muto nell’ordine dei tempi
appartengo al divino
non posso soffermarmi ai campanelli.












Meglio non aprire, Cri.
Sono furbi.
Talvolta si presentano come non sono.
Ed, allora, bisogna intuirli nel loro “vero essere”.
“sono una forma fatta d‘insostanza
muto nell’ordine dei tempi
appartengo al divino
non posso soffermarmi ai campanelli.”
Sei incredibile, Cri! Sì.
I tuoi versi hanno una loro “unicità” ed una profondità… che si inuisce a vari livelli.
Tutti i tuoi versi hanno più piani di lettura infatti.
Tu hai “forza” grande. L’hai saputa prendere da “qualcosa” che ti è successo, e “sulla targa retroilluminata” scrivi anche “non posso soffermarmi ai campanelli”.
Dormi al di là della porta perchè conosci il potere dei “legatori d’ombre”.
Io mi dibatto invece.
Sono così felice che tu abbia postato il video che io ti avevo donato per un’altra tua poesia, il Canone di Pachebel, suonato solo da donne, con strumenti originali. 🙂
Perfetto il tuo quadro di ombre e luci.
Ti abbraccio
Sorriso per te
gb
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bisogna essere accorti, cara gb, perché non possiamo sapere le vere intenzioni di chi bussa.
magari potrebbe sembrare che portino doni, e invece recano veleno.
se avessi veramente quella forza avrei saputo resistere ai miei momenti di debolezza.
la verità è che non c’è difesa da noi stessi, dalle nostre paure, dai nostri sogni.
e rischiamo di aprire a chi non ci perdona di esistere ancora.
grazie per il Canone, come vedi mi è piaciuto tanto da postarlo ancora qui.
ti abbraccio anch’io 🙂
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supponi bene, Narda, la scelta è prioritaria, quando si sperimenta di che cosa sono capaci i “legatori d’ombre”…
eppoi siamo tutti borderline, noi che viviamo tra le esigenze della materia e il richiamo dello spirito.
la mia forza (non proprio certezza), sai bene da cosa deriva: esperienze talmente straordinarie che tutto è stato messo in discussione ed hanno cambiato totalmente la mia vita.
grazie
cri
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“Non apro, dormo al di qua dell’uscio
e sulla targa retroilluminata scrivo:
sono una forma fatta d‘insostanza
muto nell’ordine dei tempi
appartengo al divino
non posso soffermarmi ai campanelli.”
Quell’ultimo splendido verso.. Non h ben capito se questo tuo chiamarti fuori dai giochi sia per scelta o per destino, suppongo il primo caso, e allora puoi dirti fortunata perché noi siamo preda delle ombre ma fortunatamente ogni tanto ci illumina una luce. Stiamo borderline fra chiaro e scuro, bene e male; ci manca la tua certezza, la tua forza.
Narda
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“…suggeriscono mondi d’occasione….”
meglio tener la porta chiusa che occasioni non sono…….
un abbraccio
e un augurio di una lieta domenica
ciao
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un abbraccio anche a te, cara Marta.
buon pomeriggio e buona settimana entrante
ciao
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riuscendo a riconoscerli, meglio non aprire. chiusa decisamente superiore, d’arguzia mossa forse anche dall’istinto di sopravvivenza. essendo fatti d’insostanza non ci si può mescolare.
un sorriso e buona Domenica
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infatti, Ludmilla, meglio non aprire…
il guaio è che a vollte si presentano camuffati da benefattori!
bisogna davvero affidarsi al proprio sesto senso, per “sgamarli”…
buon pomeriggio 🙂
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cristina…che meraviglia!
tutto.
I tuoi versi…
il Canone di Pachelbel (uno dei miei brani preferiti)
il commento di lucypestifera!
ma che bello, qui!
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grazie, Lucia
il Canone è anche uno dei miei brani preferiti.
sì, c’è una bella compagnia, qui!
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fossero ospiti che recano xenia
che entrando dicessero ‘chiedo venia’,
così antiquato, potresti forse aprire:
sarebbe una scoperta, un trasalire
di bambino la mattina di natale
emozioni che mai più hanno l’eguale.
“no ‘ndar par case co’ le man sgorlando!”
coi piedi devi aprire
perché le mani stan portando.
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magari fossero di quella fatta
mia cara Lucy, mentre si tratta
di calci al muro ed al portone,
sarebbe giusto dirgi c…
a chi le mani sono occupate
apro per dare la mia attenzione
anche il mio affetto, se il suo pensiero
è un dono amabile e veritiero.
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grazie Cris del bellissimo regalo, credo lo metterò sotto fiammiferi, perché sotto morte ce ne sono tanti.
sei sempre bravissima, ma ormai non te lo dico più perché è quasi scontato
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grazie a te, Margaret, fiammiferi va bene.
e grazie anche della stima per la mia scrittura.
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Non posso soffermarmi ai campanelli!
Neanche io aprirei a chi bussa coi piedi, cara Cristina!
Ogni tua poesia è un mondo a sé, e tu lo riempi sempre di una sostanza particolare, che sembra eterea, evanescente, e invece pesa quintali!
BUONA DOMENICA
car
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buon pomeriggio domenicale, Car.
a chi bussa coi piedi, malgrado il detto popolare (si bussa coi piedi quando si hanno le mani occupate, da regali, presumibillmente), e in questo caso si tratta di dare calci, più che bussare, non aprirei mai e poi mai la porta.
a futura mia memoria…
🙂
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