Semiviventi
in quanto a credenziali
saccenterie tra stipiti e stuoini
tra le mani vetrini scoloriti
e sulla testa zucchero filato
o lucidezze d’alopecia a chiazze
a un tavolo _di sbieco_
seduti fanti e santi protettori
e nella poca luce
sedimentate a vita, ombre platoniche
di cui niente si sa, niente si evince
se non la finitezza d’ogni sorte
dagli ibridi parlanti dalle parole obese
dalle follie discromiche
mi allontano _spossata_
vestita solamente del mio dire
ché preferisco tinte delicate
se proprio devo esprimere un pensiero












Poesia raffinata e suggestiva , ancora più del solito ricca di ossimori, figura che amo perchè tiene insieme le contraddizioni. Anche in questa comunque resti sulla soglia, non puoi più rientrare, neppure vuoi volare ( o puoi volare). Cristina, meditiamo con te sulla soglia e sgraniamo fonemi di parole che ormai sono svuotate di senso.
Narda
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ciao, Narda, considerazioni profonde, le tue.
sappiamo bene quanto le parole possano essere pesanti, o svuotate di significato, quando ci rendiamo conto che sono approssimative a esprimere un pensiero.
a volte traggono in inganno: c’è chi le usa per ferire, subdolamente,
credendo che il destinatario non comprenda.
è da pavoni vili e presuntuosi.
cri
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Sempre elegante e delicato il tuo dire! Le parole obese… sono come certe palle-di-lardo-persone, ne ho in mente una, ma non posso fare qui il nome.
Meglio mille volte le parole snelle, magari anche sensuali o semplicemente sensibili e quasi silenti.
Bonjour madame!
car
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ehehehe… Car_issima! ti faccio tana subito!
Certo che pensare di valere chissà cosa, e che sia invidia o insipienza, quella di chi non apprezza certi “parti” pseudoartistici, fa veramente ridere.
a volte anche l’autoreferenzialità gioca brutti scherzi…
bonjour douce amie
cri
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Raffinatissima questa, Cristina. Anch’io preferisco di solito le tinte delicate e non amo troppo la lipolalia, ma ogni tanto mi viene voglia di metterla giù dura e senza far troppi complimenti. Certo bisognerebbe non superare i limiti del buon gusto, ma non è facile, quando non se ne può più.
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grazie, Guido, ci sono persone che credono di essere leggiadre solo perché non scrivono “parolacce” e sono più coprolaliche nella loro autoreferenzialità, degli ippopotami nelle cristallerie…
il buon gusto, credo che sia anche rendersi conto dei propri limiti “artistici”
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come non essere d’accordo con la tua preferenza? quelle parole ‘obese’ sono davvero indigeste!
Ciao Cri 🙂
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e purtroppo le vanno a distribuire un po’ dappertutto
ciao Lu 🙂
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