Si bussava alle porte
nate prima dai fiori e poi dai legni
_le targhe senza nome_
una sorella in fuga dalla vita
un’altra dalla morte. Fuori sincrono.
Cose da niente
nel sapersi estinguere già prima d’apparire
voce da perdonare _quella muta_
che pronunciava oscurità di mali
e devastava
è andata via
vestita solamente di se stessa
abbandonando tutto ciò che aveva
ciò che era
lascia una triste eredità d’assenza.
hai ragione cara, nemmeno la morte “forse” può far finire ciò che non c’era già.. o più.
❤ 🙂
vedrai vedrai vedrai che passerà non so dirti come e quando ma vedrai che passerà hai un cuore troppo grande, cara!
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Cieca? sorda? adesso che so, saprò dirlo come te! difficile amore quello coi fratelli, anche se non muoiono veramente, sono già morti e il perdono che già esiste nel sangue… è morte comunque. voce da perdonare_quella muta_,
trascinante il tuo modo di poetare sul mondo.
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legami e condivisioni difficili hanno segnato la mia famiglia d’origine, ne porto ancora i segni incancellabili.
le conseguenze sono state un’affettività malata, rapporti amore-odio, impossibilità a comprendersi.
e nemmeno la morte può far finire ciò che non c’era già.
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Amara. Ecco, mi viene da dire così, una poesia amara che scaturisce da un fatto appena successo, ma che mi sembra abbia origini lontane. Mi dispiace per la perdita ma, in ugual misura, anche per la sofferenza precedente.
Un abbraccio.
Piera
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sì, Piera, ha origini lontane
e nemmeno la morte ha potuto risanare quanto di amaro si è cristallizzato nel tempo.
grazie, ti abbraccio anch’io
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Mi è piaciuta molto Cristina. ma penso che il tuo discorso con Lei prosegua, che dovrai accogliere quello che non è stato detto, anche il suo non detto. Sei tu che comprendi entrambe ora.
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grazie, spero di riuscirci.
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Sbigottita quasi dalla similitudine con una mia “fine” di famiglia importante, non trovo neanche più una lacrima a sancire un distacco che c’era sempre stato!… Meravigliosa Cristina ❤
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capisco, Rita, ora più che mai.
e so quanto fa male l’irreversibilità di questo evento.
eppure la sopravvivenza ci permette di sentircene distanti, per quanto è possibile.
❤
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complimenti. davvero.
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grazie
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Mi dispiace, Cristina! Momenti di riflessione come questi sono sempre dolorosi, anche quando si prende ancora più profondamente coscienza di un’assenza che si rinnova, da ora in poi indefinitamente.
Hai reso molto bene il tuo stato d’animo, comunque!
Un abbraccio
car
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sì, Car, quando arriva la morte a sancire la cessazione di un legame familiare, si capisce che è veramente la fine, e che le cause che hanno diviso in vita, non sono più ricomponibili, mai più.
ti abbraccio
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“… lascia una triste eredità d’assenza”, tristissima eredità del disamore, che pure nel tuo grande cuore suscita una pietas profonda.
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tristissima eredità, lu, ma anche la sola che mi assolve: non mi è stato mai possibile aprire una breccia nel suo cuore.
spero che la sua anima abbia pace.
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Dal tutto al poco, dall’origine alla fine vicina; ci si para e prepara e quando si va via non si porta niente con sè, fotunato colui che può lasciare una triste eredità d’assenza. E’ una delle tue poesie più belle, Cristina.
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Narda cara, nasce dalle riflessioni sulla recente morte di una delle mie sorelle:
ha lasciato beni, che non vorrò.
e a me l’eredità di un’assenza che già ci divideva.
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…!
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❤
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