Spogliarsi a strati
ritrovarsi al centro
un mantello di lacrime piegato
sulla thonet che finge
nuda
d’essere un servomuto
le tuniche mieliniche
rallentano i contatti
svuotano del passato
le tempeste
o le lunghe dormite sui divani.
Arrivano
abitatori d’iperboree lande
forieri d’uragani e d’ombre lunghe
sotto cieli striati a disaurora
le procellarie e il loro grido
l’incostanza dei cieli.
Per il tuo temerario tema hai usato un lessico colto, raro, perché se è vero che il tema ci coinvolge tutti e non fa eccezioni, sarà “quel momento” uguale e diverso. A chi la strada , a chi il palagio. Il risultato, no, quello non cambia.
Narda
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cara Narda, so che sei d’accordo: il lessico è uno strumento bellissimo e altamente funzionale: se non lo usassimo al meglio, sarebbe come avere a disposizione un computer e usarne la tastiera per scrivere soltanto liste della spesa…
ciao, buona domenica
cri
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ciao Cristina, bella ma un po’ difficile per me! 🙂
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ciao Ernestina 🙂
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