La visione centripeta

telomerasi - -by criBo

come da un cannocchiale rovesciato
così ci appare il mondo
_si va rimpicciolendo sempre più_

prima eravamo attenti a ogni dettaglio
l’innocenza dei sensi ci appagava
ci sorprendeva amore
chiamavamo universi i suoi frammenti
ci vivevamo appassionati e immensi

adesso si restringe
un mondo millimetrico configurato a pixel
_anche una gita al faro
è un moscerino che ci ronza dentro_

Pure ci vaglia giorno dopo giorno
l’agitarsi del tempo che sparpaglia
particelle di noi senza più nome

è l’Es che r(ide) e si ridimensiona
ridisegnato da se stesso
nel labirinto delle mutazioni
sirene pesci girifalchi in volo

_è l’Es che ride dal sistema limbico_
minimizzando nella lente inversa
il cerchio che si chiude intorno a Dio
il macrocosmo al centro d’un bosone

 

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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7 risposte a La visione centripeta

  1. fattorina1 ha detto:

    Anche questa poesia piena di musicalità e di pensieri che si dipanano in coerenti matasse anche là dove non c’è coerenza alcuna, rovescia la visione: giovani si vedeva l’immenso, ormai maturi si immagina Dio in un bosone e la scienza, coerentemente, non aggiunge, sottrae perché la fantasia possiede una visione più completa.
    Narda

    Piace a 1 persona

    • cristina bove ha detto:

      ah, il gioco del bianco e nero… dei dritti e rovesci di ogni rappresentazione!…
      e ci sentiamo infiniti nell’espansione del’Es, e microscopici nella nostra aggregazione di molecole…
      per fortuna la fantasia ci trasporta oltre noi stessi, e ci suggerisce un mondo altro, veicolato da parole, ma animato dalla visione caleidoscopica della vita.
      grazie

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  2. elisabetta19MR ha detto:

    Similitudini impensabili se non per una mente poeta: dalla citazione di Wirginia Wolf, (i moscerini che ronzano, a piccolissimi “caratteri” suppongo) al pensiero che torna indietro, “all’innocenza dei sensi”, all’Es prorompente che annullava ogni pia ragione, all’universo dell’amore che non vedeva nemmeno il sole. Oggi, come dico spesso, sono solo filiali amori: e per questi, per fortuna, non occorre la lente di ingrandimento.
    Colpisce la sintesi perfetta della rappresentazione del Dio degli uomini, racchiusa in un spin primigenio: forse l’unica che il pensiero può contenere e nemmeno il sistema limbico la può annebbiare.

    🙂 🙂

    Piace a 1 persona

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