Si esiste nell’appartenenza
non se ne può prescindere
_il distacco è la fine di sé stessi_
a volte si protraggono le soste
s’improvvisano sbarre di dogana
pur di restare soli per un po’
si guarda altrove
s’ignorano saluti di commiato
e tappetini con il benvenuto
i nomi sulle porte
_un numero infinito di targhette_
che ci si stanca a leggere
tempi d’alfabetismo surrogato
dizionari di suoni e ticchettii
lingua di verbi futili, e mi avvedo
che per sparire non è sufficiente
allontanarmi o chiudere le pagine
_mi servirebbe un palloncino d’elio
e un po’ di dislessia_
L’ha ribloggato su lementelettriche.
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grazie, Paola
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Avevo scritto un commento dettagliato sulla forza di questa splendida poesia, ma non ho cliccato PUBBLICA . Peccato, Non riuscirei a scrivere quanto già fatto …
E’ grande poesia Cri, come se le tue ali avessero imparato a distendersi e a lasciarsi andare alla corrente, anche controcorrente.
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Narda cara, mi dispiace per il commento perso, ma è tanto lo stesso, per me, sapere che trovi la mia poesia “splendida”…
e sì, mi sto facendo trasportare senza remore, nella maggiore verità possibile.
ormai quel che resta della vita non si può più sprecare in surrogati.
ti ringrazio tanto.
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bellissima…
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🙂
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