dalle impronte-ricordi
un fuoritempo, un varco
da cui tenersi ancora distaccati
_mi pareva lontano, è già così vicino_
lascio all’amore alto
ai girasoli e agli uominigiardino-miei tesori
i miei tesori in lettere parlate
i giorni scritti tra le quattro mura
_pure spaziava l’anima dai tetti_
e le irruzioni del celeste tra
fessure aperte al centro del soffitto
s’incrociano di notte, ai simultanei lampi
le fioriture di salnitro
_ figure apparse e subito scomparse_
e s’intraprende un lento
moto di transizione
al proprio insediamento provvisorio
forse sapere quale geografia
non viene mai stampata in un atlante
_i sotterranei luoghi della mente_
amplifica il vedere
in una luce chiara e inesorabile
la condizione umana
probabilmente soffro anch’io di nictalopìa, la luce mi acceca e mi trovo meglio nei sotterranei, quasi vedo al buio…
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sollo
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