Io non conosco le misure estreme, nacqui
nelle terre di mezzo e attraversai poco profonde
acque, lambire appena i piedi
e spendevo gli spiccioli di un giorno qualsiasi
le briciole di pane di un lunedì
oppure di una festa
di altre minime cose nelle tasche
e venivo a guardare dalla ruggine
di una vecchia ringhiera
lo svolgersi di un fiume tra le case
passavano tetri con le mani
serrate al petto gli habitués degli eccessi
e a guardarli mettevano brividi
eppure si sedevano nel campo di papaveri
neri, a simulare rose.
Ridatemi il mio cielo terso, il mio restare
in disparte, quello che chiedo, infine,
è camminare ancora a testa alta.
un sereno e sicuro silenzio
e poi dormire.
ottobre 2011
ce la fai? cammini ancora a testa alta?
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ci provo
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Molto bella,Cri, ma, se posso, questa era per me la chiusa perfetta: “eppure si sedevano nel campo di papaveri
neri, a simulare rose.”
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non so perché il tuo commento era finito nello spam.
me ne sono accorta perché Irene Rapelli mi ha avvertita in quanto anche i suoi commenti finivano lì.
La chiusa sarebbe stata perfetta come suggerisci, concordo.
il resto fu scritto quale messaggio a qualcuno, e a me stessa.
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