i fogliettini scritti pissi pissi
nuvole e cuoricini by by
l’angioletto mylove a porporina
le giacche coi lustrini e le tivù
sguaiate d’ignoranza e di veline
labbra siliconate e birignao.
Questa, se la vogliamo dire poesia
è scritta con il fango sulle strade. I paracarri
segnalano le pietre dei chilometri
le pietre seppelliscono Kadisha
nelle piazze dei bruti. Umani a noi risultano
i libri traditori – hanno di sacro il sangue delle donne.
Le uccidono da noi da loro ai poli e all’equatore
le stesse madri___ i mostri
chi li crebbe costoro?
Donne che odiavano sé stesse e le altre donne.
Burka tatuati sulla pelle
le prigioni dei sensi in asfissia
saranno i ghigni dei lapidatori a denudare
e rivestire a sassi.
Qui si fanno regali di una festa balorda
un’orda scatenata in compravendita.
Per carità! la carità che rende schiavi i poveri
sempre di più
smettetela perdio, di concedere briciole
sarete dei cadaveri, sarete solo cenere
cosa ve ne farete degli imperi, quando le vostre bocche
saranno tana ai vermi.
Moriamo, donne, piuttosto che vedere
i figli che son tutti figli nostri
diventare assassini
ignari che nell’ultimo respiro d’ogni vittima
esalano anche il loro
–












Grazie a te, sono felicissima di questa nuova … congiunzione 🙂
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Grazie, cara Margaret,
e tantissimi auguri di cuore anche a te.
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un augurio sincero di buone feste a te bravissima Cristina e a tutti i tuoi lettori
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questo tuo post mi ha ispirato un lungo elenco di cose che detesto…un bello sfogo…potrebbe aiutare a liberarsi dalla rabbia.
(ciao Cris, quando arrivo a casa sistemo bene il tuo link 🙂
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ciao, Carla,
grazie del link e delle visite.
nel tuo blog c’è da restare incantati.
tornerò ancora, è bellissimo condividere la passione per la poesia e tutto quanto è arte.
a presto 🙂
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Ci sono loro Cri, ma ci siamo anche noi. Di solito non sono certo un ottimista, ma poco fa, leggendo un giornale on line, ho letto di un imprenditore, piuttosto conosciuto, che ha deciso di devolvere 5 milioni di Euro ai suoi 700 dipendenti. Motivazione: senza di loro non li avrei mai guadagnati. Una mosca bianca, senza dubbio… ma gli uomini illuminati esistono ancora. E questo riscalda il cuore.
Un caro saluto amica mia
Roberto
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Ho letto anch’io, caro Roberto, e spero che si tratti di un vero rigurgito di coscienza e non di escamotage per tacitare possibili rivendicazioni dei sindacati e dei lavoratori.
Ma voglio pensare che sia per improvvisa consapevolezza, e riconoscenza.
un caro saluto anche a te.
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Un potente urlo “disperato” il tuo, Cri, contro le iniquità di questo mondo. Si dovrebbe udire ovunque! Sempre bravissima
Gio
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urliamo insieme, allora!
ciao
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Sono versi vibranti, toccanti, dal primo all’ultimo, e mi toccano anche nel vivo del mio essere maschio ed essere uomo.
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ti toccano, perché tu “vedi” e sai.
e noi donne vorremmo che tutti gli uomini vedessero e sapessero!
GRAZIE
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Se ti poni la domanda, conosci già la tua risposta, ma chi è disposto a calpestare, torturare, distruggere pur di godere del momento, vuole solo quello, non ha domande per un dopo, e quando sarà cibo per i vermi, sarà quello e basta, ciò che importa è la soddisfazione del corpo materiale… e questo vale soprattutto per gli uomini, ma le donne? la cosa più tremenda dei tuoi versi è quell’invito alle madri a ricordare che tutte le donne del mondo vengono massacrate dai propri figli che a loro volta nemmeno si rendono conto di precipitare e venire travolti da quella spirale di violenza che loro stessi hanno generato…
un abbraccio
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purtroppo!!!
purtroppo! solo a chi si chiede e vuol “vedere” come stanno realmente le cose, è possibile rendersi consapevoli.
e chi già lo è non ha bisogno d’altro che la propria coscienza per vivere eticamente.
chi vive rettamente per paura degli inferni o per assicurarsi i paradisi, non farà mai nulla per cambiare le cose.
le donne sono state le più schiavizzate e perdenti nei secoli, basta vedere chi e con quali mezzi detiene il potere religioso per farsene almeno un’idea.
il sistema patriarcale, che attribuisce a un dio, maschio, sia chiaro, il ruolo di vendicatore, o quello di guerrafondaio o di protettore di un popolo a discapito di un altro (non dovrebbero essere tutti figli suoi?) è il principale fautore di furori, razzismi, torture, morte!
ma come si fa a non capirlo?!…
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Credo che siamo in tanti a destare quest’andazzo, cara Cristina, la tua rabbia è anche la mia. La moralità, i bei valori dove sono? Conta l’apparire sciocco che deturpa la naturalità.
Carmen qui sopra ricorda la frase di fra Cristoforo, io voglio ricordare le frasi bellissime e sempre attuali di un Grande della storia, Gesù che disse: “Verranno giorni in cui il fratello si rivolterà contro il suo stesso fratello, il figlio contro la madre e viceversa.” La morte attende e Gesù al riguardo raccontò la parabola di un uomo avido che faceva progetti non sapendo che avrebbe lasciato tutto in terra proprio quella notte in cui bramava più denaro. Gli approfittatori disonesti porteranno con sé solo il fango della loro anima.
Bellissima poesia.
un forte abbraccio
annamaria
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purtroppo i segnali di più grande iniquità vengono proprio da quei troni imporporati di sangue e non solo dei poveri ermellini, ma di tutti i poveri del mondo che, schiavi della loro stessa ignoranza, non capiscono a chi la loro miseria fa gioco.
tanto per loro c’è il paradiso…
non ne posso più di tanta ipocrisia!
non ne posso più.
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“Verrà un giorno” disse fra Cristoforo a Don Rodrigo…
e quel giorno venne!!! e verrà..
anche per chi si crede immortale.
La nostra vita è così breve che commettiamo mille peccati al secondo quando la sciupiamo. So dire solo questo, come riflessione a margine della tua “tosta” poesia, che “quanno ce vo’, ce vo'”
Ciao
Car 😦
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non è consolatorio, Car, attendere quel giorno che verrà, che di sicuro verrà… non lo è perché è della loro vita e della nostra che si tratta, breve, appunto, e anche solo per questo dovrebbe farci sentire uniti nel comune destino, e non separati da codici (im)morali sociali e religiosi che assecondano razzismo e violenza.
ce vo’… ma tanto non serve a niente.
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È così: non ci possiamo consolare né con un natale finto di lustrini e nemmeno con un quotidiano di illusioni, le parole della tua poesia diventano un’accusa esplicita all’andazzo. Siamo stufi di labbra siliconate e birignao e del resto. Ma non si vergognano. O questo oppure la noia dei programmi “impegnati”. E che noia. Meglio zappare in giardino, esce la pianta e vedo un fiore, meglio l’uncinetto, la cucina, la narcosi mentale, ma che noia ugualmente. E allora, cosa ci offre la vita di oggi? Una volta c’erano delle illusioni e delle aspettative, adesso non ci crediamo più e la poesia può soltanto dare staffilate che non fanno grondare nessun sangue anemico, i colpevoli sono robot con l’anima ermeticamente chiusa in scatola. Morti prima di diventare covo di vermi. E se perfino la donna, angelo del focolare, tutta casa e famiglia e comprensione e perdono, madre e moglie esemplare proprio da lapide, diventa un mostro che si vende la figlia per perpetuare nei secoli le oscenità commesse contro gli inermi, allora dov’è la speranza?
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non c’è speranza fin quando non si prenderà coscienza dell’enorme iniquità che è alla base di quella che chiamiamo civiltà, e che a tutte le latitudini manipola le risorse della terra e le forze degli esseri umani più deboli asservendole a un sistema che è solo predatorio.
le donne sono le prime vittime di questi pregiudzi culturali-religiosi, le prime a subirne i diktat più efferati.
e nello stesso tempo diventano colpevoli di credere loro per prime in queste forme di asservimento.
hanno avuto secoli per ribellarsi, e alcune lo hanno fatto pagando di persona, ma dovrebbero essere libere e padrone del loro corpo e della loro mente, e non lo sono.
speranza?… no, non ce n’è.
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